Scherma. Pizzo: “Vi racconto come ho battuto il Cancro e vinto il Mondiale”

ESCLUSIVA – Lo spadista azzurro campione del mondo nel 2011: “A Catania l’emozione più bella, ma adesso voglio andare a Rio”

 

(getty images)
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A cura di Andrea Fagnano

NOTIZIE SCHERMA – La redazione di Sportnews.eu ha intervistato in esclusiva, Paolo Pizzo, campione del mondo di spada nel 2011. Una storia tutta da raccontare e da condividere. Un campione nello sport e nella vita. A soli 13 anni arriva un tumore al cervello, si opera a Catania e lo batte, quindici anni dopo diventa campione del mondo, proprio a Catania, sua città natale. Poi il quinto posto di Londra che rimane comunque una vittoria. La vittoria di essere li su quella pedana, giocarsela per lui e per chi cerca la speranza, la stessa che lo ha portato sul tetto del mondo.

Adesso ti stai allenando? E per quale obiettivo? Si mi sto allenando per la coppa del mondo del 2014 che inizierà a gennaio, a Doha in Qatar, composta da otto tappe itineranti in giro per il mondo. Il mio obiettivo è ritornare ad alti livelli.

Raccontaci la tua storia, a 13 anni arriva la malattia… Si è sempre un piacere parlarne per me, è motivo di orgoglio, non tanto personale, ma perché è una storia che viene dal sud, e dall’Italia che in questo momento è piena di esempi negativi. Essere operato e guarire a Catania e vincere un campionato mondiali a distanza di 15 anni da questa operazione è una grande soddisfazione. Ogni volta che posso, racconto questa storia ai ragazzi, soprattutto dopo la vittoria della coppa del mondo. C’è qualcuno che può farcela con le proprie forze.

Cosa vuoi dire a chi adesso, vive quello che hai vissuto tu? Un consiglio che posso dare ai ragazzi che stanno attraversando quello che ho passato io è, stringersi attorno a chi ci può dare forza in quel momento, perché non puoi sempre farcela da solo. Ho avuto la fortuna di avere due genitori. Qualcosa è venuto anche da me, perché ce l’ hai dentro. Ci vuole un input anche esterno. Bisogna trovare la forza da dentro. Lottare fino all’ultimo perché nella vita ne vale sempre la pena.

La scherma ti ha aiutato? Sicuramente la scherma mi ha aiutato, sotto due aspetti. Il primo è dal punto di vista formativo, perché chi fa uno sport individuale vive quotidianamente con la sfida. Il secondo aspetto è quello post operatorio, quando ero un po’ avvilito, e mia madre mi portò quasi forzatamente ad una gara di scherma. In quel momento ho ritrovato la voglia di vivere e di fare scherma. Una scintilla che mi ha portato fino a questi livelli. E’ non parlo solo di sport.

Cosa hai provato nell’ultima stoccata a Catania? Non sono uno che, purtroppo per me, si sofferma sulle vittorie me le godo poco ma in quel momento la sensazione fu di riconoscenza del lavoro fatto. Un risultato che nessuno poteva e potrà mai togliermi.

Raccontaci l’esperienza di Londra 2012... Emozione meravigliosa, segnata nella mia vita. Arrivare a un passo dalla medaglia è stato bello, in quel caso non c’è un punteggio, stare li è già una vittoria. Una fortuna nella mia vita, per me che sono un combattente rimane comunque un rimorso.

Quali nazionali temi di più in questo momento? Sicuramente la Svizzera, è quella emergente che si conferma costantemente ad altissimi livelli, poi la Corea del Sud, Stati Uniti e Russia (che dispongono di una base economica differente dalla nostra). Per il resto le classiche come la Francia e Ungheria. Sono paesi che puntano molto sullo sport, noi siamo un po’ fermi per quanto riguarda la spada.

Obiettivo Rio 2014? Sicuramente, il mio obiettivo è quello, spero di arrivarci non solo nell’individuale ma anche con la squadra.

Ti piace il calcio? Si mi piace molto. Tifo Milan e Catania.

Ora sei testimonial dell’ AIRC ( Associazione Italiana Ricerca Cancro), qual’è il tuo appello? E’ molto semplice la mia frase, non si può chiedere aiuto alla ricerca solo quando ne abbiamo bisogno, dobbiamo sostenerla, e aiutare i ricercatori a vincere questa grande sfida. Invito tutti a chiamare da fisso o tramite sms il 45503.  E’ un gesto concreto. Ci sono poche possibilità di fare qualcosa di buono nella vita e questa è una di quelle. #Iosostengolaricerca

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