CALCIOSCOMMESSE. MEZZAROMA: “SIENA tirato dentro”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – “Nel caso scommesse c’era Carobbio, abbiamo pagato. Conte ha diritto di far valere le sue ragioni”…

(getty images)

 

RASSEGNA STAMPA – (L. Borioni) – Il Presidente Mezzaroma è rimasto in piedi, ha ristrutturato i vertici societari (Antonelli ds, Pedrelli segretario generale, Cormio al marketing e Innocenti a capo del settore giovanile) e per la prima volta accetta di parlarne.

 

Presidente, riassuma le sensazioni degli ultimi mesi.
“Sono stati giorni movimentati, per il Siena e per tutto il calcio italiano. Mai ci era successo di finire nelle sfaccettature della giustizia sportiva. Ci resta la fiducia nelle istituzioni, nei magistrati che continuano a indagare a Cremona. Quando il percorso sarà terminato dovremo trarne spunto per creare una struttura di difesa del calcio nei confronti delle scommesse“.

Un fenomeno incontrollabile?
“Al momento sì. Noi del Siena siamo stati tirati dentro perché al centro di tutto c’era Carobbio. Che cosa è successo? Questo è un mondo pieno di personaggi di contorno. Un mondo troppo affollato. Prima della liberalizzazione delle scommesse tutto era più circostanziato, poi i confini si sono allargati. Adesso è necessario introdurre dei limiti”.

Che cosa pensa di Filippo Carobbio, il grande accusatore?
“Non ne avevo una conoscenza approfondita, seguo la società da Roma”.

La giustizia sportiva va ripensata?
“E’ fondamentale creare un tavolo con i rappresentanti dell’Aic, della Lega e della Procura federale… Ora i rappresentati dei calciatori hanno due problemi: i giocatori sotto squalifica, in molti casi innocenti, e gli altri. Serve un’analisi non superficiale”. 

Veniamo ad Antonio Conte: era lui l’allenatore del Siena. Che cosa è successo in quel periodo negli spogliatoi?
“Sono i giudici a doversi esprimere. E’ un vulnus del sistema democratico italiano, il vizio di sentenziare sulla base di semplici chiacchiere. Conte e il Siena sono stati mille volte condannati o assolti. Conte è abituato a combattere per i suoi convincimenti, è mediatico, non ha paura delle telecamere… a Siena tutti ricordano quella sfuriata contro i gufi… la squalifica? Non giudico. E ha il diritto di far valere le sue ragioni. Il deferimento invocato da Zeman? Tutti possono esprimere opinioni, ma questi sono personaggi portati a gestire la pressione. Ci sono invece molti ragazzi che quei filtri non li possiedono, e diventano vittime. Bisogna che i mezzi d’informazione ne tengano conto”.

Anche lei è andato sotto accusa.
“E’ una questione personale, ne parlerò a tempo debito. Non mi ha reso certo felice…”.

Il Siena guarda già avanti?
“Dopo il patteggiamento abbiamo voltato pagina con un nuovo progetto. L’anno scorso avevamo 10 italiani su 11 in squadra. Abbiamo fatto diventare Destro un grande attaccante e rilanciato Brienza. Adesso speriamo nei giovani come Verre. E nel nostro settore giovanile che non deve più pensare solo a vincere titoli, ma a creare talenti”. 

Il suo segreto per combattere la crisi imperante?
“Un calcio più flessibile. E’ ciò che il mondo chiede all’Italia, in generale. I teatrini della Lega? Ci sono diverse anime, generazioni, industrie e bacini d’utenza. Ma si inizia a respirare un clima nuovo, più dinamico e creativo”.