LA GAZZETTA DELLO SPORT – A 47 anni raggiunge l’ottava finale: “Ho fatto schifo tutto l’anno e sono esterrefatta della mia prestazione”…
RASSEGNA STAMPA – (R. Crivelli) – La Idem vince la batteria e vola in finale, all’inseguimento di un’impresa che passerebbe ogni confine umano. Sefi, una madre di quasi 48 anni disputa i suoi Giochi da record e dopo una mattina fantastica sogna ancora una medaglia. Lei ha risollevato il morale dello sport italiano.
“Innanzitutto bisogna essere un esempio per sé stessi. Però la vicenda di Alex mi ha scosso, quando l’ho saputo ho pianto. Sono triste, è stata una giornata di lutto per il nostro sport”.
Ha provato a farsi un’idea di quanto è successo?
“E’ difficile giudicare da fuori, non vorrei fosse stato avvicinato da cattivi maestri. Mi dispiace soprattutto dal punto di vista umano, lui era accompagnato da una bella immagine, limpida”.
Lei però è la dimostrazione che con l’allenamento, la costanza, l’applicazione si rimane al top anche nel rispetto delle regole.
“Purtroppo nella società di oggi, a tutti i livelli, è passata l’idea che sia legittimo raggiungere l’obiettivo attraverso tutte le scorciatoie possibili, anzi viene quasi considerato un vanto. Io ho colto lo sport come un’opportunità, sono sempre stata pronta a vincere ma anche a perdere. Solo così si dura nel tempo. E ho sempre avuto rispetto per il mio fisico, ormai uso solo erbe e cibi naturali”.
Quando ha avvertito l’emozione dell’ottava Olimpiade? “Quando sono arrivata al campo e poi alla partenza della batteria, ma alla prima pagaiata tutto è svanito”. Ma è riuscita a dormire prima della gara? “Di solito non c’è verso, lo sapete. Però ho letto che Jessica Rossi si è addormentata tra le serie di qualificazione e la finale. E allora mi sono detta che se c’è riuscita lei a vent’anni e alla prima Olimpiade, non potevo non farcela io che sono all’ottava”. E nella semifinale si è visto. “Sono esterrefatta della mia prestazione. Mi sento proprio bene, nessuna sta meglio di me. Avevo intravisto la gara delle altre, avevo sentito i loro tempi, se non fossi finita tra le prime due ero condannata alla finale B. Dai, non potevo fare la finale B alla mia ultima Olimpiade!”. Che sensazioni avverte ora? “Quelle di una ragazzina, di quando avevo 15 anni ed ero contenta di vedere che la barca filava via leggera. Sì, sono riuscita a far scorrere la barca, anche se avvicinandomi alla gara pensavo al vento, alle onde, alle alghe, al fatto che c’era solo un’ora tra la batteria e la semifinale. Poi mi sono data finalmente una svegliata: sono tutte menate”. E per la finale, cosa dobbiamo aspettarci? “Mi sono preparata con la medaglia d’oro in testa. Non vuol dire che la vincerò, ma che sono allenata per dare tutto. Me la gioco, statene sicuri”. In acqua ha dato una sensazione di grande serenità. “E’ vero, anche perché queste sono le mie gare, i corpo a corpo con le altre. Alla mia età, non posso permettermi di andare forte tutto l’anno. Il divertimento comincia adesso”. Eppure in stagione le delusioni non sono mancate. “E’ vero, quest’anno sono stata un coniglio, ho fatto schifo: ottava agli Europei, fuori in Coppa a Poznan. Non ci sono ricette per uscirne: solo lavoro e ancora lavoro. Così l’aria dei Giochi mi ha portato dove volevo essere. Io sono un animale da Olimpiadi“. Evidentemente l’allenamento in altura ha dato buoni frutti. “Devo ringraziare Giorgio e i due Federico, tre juniores della Tirrenia Todaro che sono saliti con me in Val Senales per aiutarmi nella preparazione. Mi sono serviti per il ritmo-gara e le partenze”. A proposito, qui come è andata? “La mia solita partenza. Ma almeno era una partenza e non un disastro come ai Mondiali dell’anno scorso”. Se la Pellegrini, che è dell’Aniene come lei, le telefonasse per chiederle consigli su come gestire questi momenti non troppo favorevoli, cosa le direbbe? “Di rimanere tranquilla. Piuttosto, dico a voi di lasciarla in pace”. Ma le avversarie cosa pensano della Idem? “Dovreste chiederlo a loro. Certo mi devono sempre tenere in conto. Io ci sono, sempre”. Anche alla soglia dei 48 anni? “Il cronometro non tiene conto dell’età”.
