LONDRA 2012. VEZZALI: “Noi italiani non molliamo mai”

IL TEMPO – La Vezzali rilancia le sue ambizioni: è ancora lei la donna da battere…

 

RASSEGNA STAMPA – (D. Piccini) – Dalla manifestazione a Cinque cerchi Valentina Vezzali ha avuto tutto. Quattro Olimpiadi disputate, cinque medaglie d’oro vinte (due a squadre) e l’onore di portare la bandiera italiana all’inaugurazione dei prossimi Giochi di Londra, non saprebbe più cos’altro chiedere. E getta un occhio al futuro, alla prossima Olimpiade di Rio de Janeiro 2016. “In questo momento non ho ancora deciso se Londra sarà l’ultima Olimpiade. Fin quando starò bene ed avrò voglia di affrontare i sacrifici, continuerò a tirare. So che a Londra gli occhi di molti saranno puntati, ancora una volta, su di me. Questo mi responsabilizza ma, al tempo stesso, mi sprona a preparare ogni dettaglio: in questo senso mi piacerebbe avere l’incoscienza dei Giochi di Atlanta. Nessuno affronta un’Olimpiade per partecipare. Ciascuno infatti, sebbene sia conscio delle proprie potenzialità, sogna di salire su un podio olimpico. Per quanto riguarda me, non penso a ciò che è stato nelle scorse edizioni. Voglio solo andare a Londra e dare tutto. Il resto, come sempre, verrà da sé”. Tra otto giorni entrerà nello Stadio olimpico di Londra sventolando il tricolore. A chi andrà il suo primo pensiero? “Penserò a mio figlio, a mio marito, ma soprattutto a mia madre. Lei si emozionerà parecchio. È sempre stata molto legata alla bandiera italiana. Quando ha saputo che sarei stata portabandiera, mi ha detto: “Ricordati che il primo tricolore fu cucito dalle sartine di Reggio Emilia, la mia città”. Penserò: se sono qui è merito della mia famiglia, del mio primo maestro Ezio Triccoli e del mio maestro di oggi Giulio Tommasini. Poi dedicherò un pensiero particolare a mio padre: so che sarebbe stato molto orgoglioso”. Per l’Italia non è un bel momento. Crisi economica, disoccupazione, terremoto. Si metta nei panni del ct dell’Italia e consigli una strategia. “Non mollare mai e reagire ad ogni azione dell’avversario. Noi italiani riusciamo a reagire quando meno te lo aspetti.La crisi va aggredita ed i problemi affrontati, senza perdere la calma e fino all’ultima stoccata. Non dobbiamo mai pensare che non ci sono soluzioni. Così come nella scherma, si può parare un attacco dell’avversario e poi rispondere. L’importante è che a vincere siamo noi!”.