GAZZETTA DELLO SPORT. Vargas al decollo A Napoli porta sprint, aquiloni e reggaeton

(Getty images)

 

Il calciatore di aquiloni corre forte e, fedele al meno moderno tra i suoi passatempi, resta attaccato al filo della sua infanzia. Edu Vargas lo ha spiegato nell’unica intervista concessa in Cile nel 2011: un venerdì sera ha invitato un giornalista nella sua casa con papà, mamma, fratelli, due amici e tre cani, e lì ha raccontato che «da piccolo con i compagni di gioco si andava in collina e si facevano volare gli aquiloni». Poi ha aggiunto: «Sono abitudini che non perdo».
L’auto Ecco perché il Napoli ha comprato un giocatore speciale: un attaccante che vive con i suoi e si diverte a far volare gli aquiloni non è materiale comune. Poi c’è il campo: l’accostamento con Sanchez, cileno come lui, rapido come lui, è un po’ scontato ma rende l’idea. Edu fa il massimo da attaccante esterno, una specie di ala destra che taglia verso il centro, segna molto e si diverte un mondo in contropiede. Sapendo che gli spazi aperti piacciono molto anche a Cavani e Lavezzi, si capisce che contro il Napoli non sarà consigliabile fare possesso palla. «
Il volante Chiaro che fino a un anno fa non avrebbe potuto permettersela. Edu è cresciuto in una famiglia povera di Renca, sobborgo di Santiago del Cile che lo ha già nominato «hijo ilustre», «figlio illustre», ed è esploso solo nel 2011. Prima, litigava con Gerardo Pelusso che, all’U de Chile, pretendeva di farlo giocare da volante, play davanti alla difesa. «Però si sapeva che era un attaccante, anche al Cobreloa», dice Andrea Bagnoli, procuratore esperto di Cile. «