Italia, Mancini e il sacrificio della Nations League per crescere

L’Italia esce con le ossa rotte dalla due giorni europea di settembre, i primi match della Nations League. La nuova competizione per gli azzurri sembra essere già essere finita, alla fase finale si qualifica solo la prima del girone; Balotelli e compagni sono già indietro.

L’ampio turnover proposto dal Ct Mancini nella sfida contro il Portogallo andava in un solo senso, quello degli esperimenti, delle prove e del minutaggio dei giovani, per abituarli a certe partite. Dunque la Nations League è stata in qualche modo sacrificata per provare a guardare più avanti e preparare la Nazionale alle qualificazioni all’Europeo del 2020 che inizieranno tra un anno. La scelta è stata condivisa dalla Federazione, in attesa delle elezioni del nuovo presidente.

Resta il fatto che bisogna comunque onorare questa competizione e soprattutto cercare di finire almeno tra le due migliori terze. Per fare in modo di essere poi nelle 10 teste di serie per il sorteggio dei gironi di qualificazioni. La strada sembra segnata. Un anno di apprendistato per la nuova Nazionale di Mancini (che ha convocato 31 giocatori e schierato 23 azzurri in due partite) in attesa delle scelte definitive che arriveranno tra un anno.