Milan. Rimonta, disastro e rivoluzione. Un 2013 da ricordare

Rivivi l’annata del Milan con il nostro speciale….

(Getty Images)
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APPROFONDIMENTO MILAN – Il 2013 del Milan è stato un anno per certi versi entusiasmante, per molti altri quasi avvilente. Dopo un 2012 da incubo i rossoneri si sono presentati all’inizio dell’anno nuovo con un condottiero ben preciso: Stephan El Shaarawy, che nei 4 mesi precedenti aveva tenuto in piedi da solo baracca e burattini. Il mercato di riparazione ha portato con un se un regalo ben gradito però, Mario Balotelli. Arrivato per trascinare il Milan al terzo posto Balotelli ha fatto quello che tutti i rossoneri si aspettavano, caricando la squadra sulle spalle. La rimonta del Milan, inficiata dalle polemiche arbitrali, è stata travolgente e ha permesso ai rossoneri di risalire la corrente fino al terzo posto, conquistato proprio all’ultima giornata contro il Siena.

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Con il terzo posto sono arrivati i preliminari di Champions League e il conseguente tesoretto, che è però non è stato speso sul mercato. In estate il Milan ha fatto pochissimo, sono arrivati Poli, Vergara, Birsa e Saponara. Mentre negli ultimi giorni di mercato, con la cessione a sorpresa di Boateng, Galliani ha accontentato Allegri con Matri e ha regalato una delle pochissime gioie dell’anno ai tifosi con il ritorno di Kakà. Una campagna acquisti quantomeno deficitaria, basata sulla filosofia, pesantemente rinfacciata in seguito dai tifosi a Galliani, del “siamo apposto così”.

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Dopo un mercato del genere, comunque, il Milan si presentava ai nastri di partenza per essere tra le migliori 3 squadre d’Italia, con Kakà El Shaarawy e Balotelli. Dei tre 3 però solo il primo a convinto fino in fondo, facendo ricredere anche i più ostinati detrattori. Il brasiliano ha lasciato il segno grazie alla sua classe e alla sua voglia di vincere. Balotelli invece, ha vissuto troppi momenti di nervosismo, sfociati i una crisi di prestazioni seconda solo a quella di Alessandro Matri, autentico flop della stagione rossonera. Intanto El Shaarawy, come anche Pazzini, De Sciglio, Bonera, Robinho e tanti altri compagni di squadra, lottava con gli infortuni che gli impedivano di vedere il campo. Il risultato? Un disastro, il Milan chiude il 2013 a -26 dalla Juve capolista e a +5 dalla zona retrocessione. Intanto Allegri è stato vicinissimo all’esonero diverse volte e ha salvato il posto solamente grazie alla, sofferta, qualificazione agli ottavi di Champions League.

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Mentre la squadra naufragava però la società era impegnata in ben altre vicende. Barbara Berlusconi, sfruttando l’occasione dei pessimi risultati sportivi, lanciava il suo affondo ad Adriano Galliani, con il benestare del padre Silvio, impegnato in altre faccende e lontanissimo dalla squadra. Le dichiarazioni di Barbara hanno colto Adriano Galliani alla sprovvista, l’AD pubblicamente non ha preso posizione aspettando l’aiuto di Berlusconi, aiuto mai arrivato. L’addio di Galliani a fine stagione sembrava certo e una sua intervista alla vigilia della della delicatissima partita con l’Ajax sembrava confermare tutto. Solo in quel momento il presidente Berlusconi si è messo in mezzo ai due litiganti, ricomponendo la frattura. Le male lingue dicono lo abbia atto per evitare a Galliani una buon’uscita milionaria, altri invece parlano di una ricompensa nei confronti del più leale e capace dei suoi dipendenti. Come siano andate le cose al momento non è lecito sapere, quel che è certo è che la via scelta da Silvio è quella della “mezza rivoluzione”. Galliani e Barbara continueranno a lavorare assieme; ma il potere di Barbara è cresciuto moltissimo, è diventata AD (titolo mantenuto anche da Galliani) ed ha chiesto e ottenuto di inserire diversi nomi nuovi nell’organigramma societario; il primo a pagare è stato il DS Ariedo Braida, che ha lasciato proprio oggi, ultimo giorno dell’anno, dopo 28 anni in rossonero. Per il futuro piace Sean Sogliano, nome che avrebbe il benestare dei “duellanti” rossoneri.

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Intanto la squadra, comprati Honda e Rami per gennaio, cercherà qualche altro rinforzo sul mercato, D’Ambrosio e Nainggolan, per affrontare al meglio l’Atletico Madrid, l’avversario uscito dall’urna di Nyon. Altro obiettivo da non sottovalutare per il 2014 la Coppa Italia, che potrebbe regalare ai rossoneri almeno l’Europa League; mentre in campionato l’unico traguardo è migliore il pessimo tredicesimo posto attuale. Intanto la ricostruzione continua e l’anno prossimo a guidare il Milan ci sarà Seedorf, pupillo del Presidente e da lui voluto con forza.

Edoardo Lavezzari