Derby di Roma. Il sindaco Marino: “La stracittadina? Spero sia una festa…”

Il primo cittadino della Capitale ha aggiunto: “Il progetto stadio? I dirigenti giallorossi non erano nelle condizioni di poterlo illustrare nei dettagli”…

Ignazio Marino

DERBY DI ROMA – Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha parlato questa mattina ai microfoni di Retesport, rispondendo a chi gli chiedeva se non fosse criticabile la decisione del Prefetto che ieri ha annunciato una gara di ritorno lontano da Roma se domenica prossima ci dovessero essere incidenti: «Il Prefetto fa il suo lavoro che è diverso da quello del sindaco, lo fa molto bene e non lo critico. Ma le forze dell’ordine e il Prefetto devono fare il proprio lavoro perchè tutto vada per il meglio e non ci siano incidenti: io auspico che ci sia una grande festa anche per la gara di ritorno». «Penso – ha aggiunto – che io non devo dire ai tifosi di comportarsi bene altrimenti chissà che succede. Devo solo incoraggiare e promuovere gli strumenti che consentano una giornata di festa così come la partita di ritorno». Ecco le dichiarazioni integrali del Sindaco:

Tra pochi giorni c’è il derby di Roma?
Sono positivamente preoccupato, sarà una giornata di festa. Ho una responsabilità, insieme alle altre istituzioni: devo garantire la festa per tutti. Se ci saranno persone da isolare, lo faremo: non vogliamo comportamenti che non siano in linea con la passione sportiva. Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno: conto sul senso di responsabilità dei tifosi“.

Annullare un evento ovviamente risolve il problema. Ma che immagine darebbe un eventuale spostamento del derby?
Il prefetto fa il suo dovere e lo fa molto bene. Ha grandi responsabilità, ma io devo incoraggiare e promuovere tutti gli strumenti per far sì che sia una giornata di festa. Il mio compito principale è questo, senza nessuna critica nei confronti del prefetto. Sono tutti ragionevolmente preoccupati, ma io auspico una grande festa“.

Sulla questione Verona?
Rispetto Tosi, ma nessun sindaco si può permettere di pronunciare parole che suonino come insulti per i tifosi della Roma, i romani e i cittadini romani. Lanciare un sasso è da criminale, può tramutarsi in un atto omicida, lo dico più da chirurgo che da sindaco“.

La foto di ieri con  la doppia sciarpa di Roma e Lazio?
Sono andato ad una trasmissione televisiva, il conduttore mi ha chiesto la cortesia di indossare quelle sciarpe con l’idea di promuovere la serenità tra le tifoserie. A me sembrava un gesto di educazione, le sciarpe non le avevo portate io. Essendo un chirurgo, avrei preso almeno le sciarpe con i loghi corretti delle due squadre“.

Sulla società giallorossa?
“Io li ho incontrati solo poche settimane dopo l’inizio del mio mandato. Il modo di riflettere e di ragionare è tipico delle persone che lavorano nel settore sportivo degli Stati Uniti. Trasparente, diretto, hanno espresso i loro interessi: vogliono avere uno stadio qui a Roma, ma non erano nelle condizioni di poter illustrare il progetto nei dettagli. Non abbiamo parlato di aspetti di viabilità, di quartiere. Non sono contrario allo stadio di proprietà, può essere positivo per il club e per i tifosi, ma si deve garantire il fatto che la popolazione locale possa trarre benefici dalla situazione. Ciò deve essere garantito. Loro torneranno con un piano dettagliato, ovviamente lo valuterò nell’interesse di tutti i cittadini”.

Sullo stadio?
Nel nord-America si fa un business plan: se ne studiano ricavi e costi, l’imprenditore si fa carico delle opere pubbliche, con tempi certi e delle penali per il mancato adempimento. In un momento di crisi economica così importante, non possiamo permetterci di spendere soldi dei cittadini che non siano più che giustificati: ho delle difficoltà economiche che devo affrontare, non posso mettere in bilancio delle spese non strettamente necessarie per il benessere e la qualità della vita dei romani. Io non ho visto il progetto: quando lo vedrò, chiederò uno sforzo da parte dell’imprenditoria privata“.

Una preferenza?
Se c’è una squadra che io posso tifare è la Roma. Sono cresciuto a Roma. Il mio migliore amico Guido è molto romanista e io, per tutta la mia adolescenza e anche oggi, non posso vederlo se c’è la partita. Di riflesso, ecco la simpatia per la Roma“.

Un messaggio finale?
Tenetevi lontani dalla violenza, soprattutto quella verbale, che è il razzismo. Umorismo, ma con un sorriso“.