CAGLIARI. CELLINO tra chitarre e preghiere

LA GAZZETTA DELLO SPORT (M. Frongia) – Per il presidente del Cagliari i domiciliari e il silenzio pesano più del previsto…

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LA GAZZETTA DELLO SPORT (M. Frongia) – Il cancello in ferro che separa il presidente del Cagliari dal resto del mondo è chiuso da un lucchetto. Un viale alberato, due meticci che scodinzolano. I carabinieri per un controllo di routine. La comunità San Lorenzo, 28 ettari con 2.000 ulivi a 30 minuti d’auto da Cagliari, sa di cantiere e speranza. Massimo Cellino è qui, come riportato dalla Gazzetta dello Sport. Container e un casale piemontese da riadattare, da un lato. Dall’altro, serre, caseggiati, infissi nuovi. Non è un resort griffato. Ma un futuro agriturismo destinato a detenuti che chiudono i conti con la giustizia. Oltre cento negli ultimi 9 anni. Un gruppo di ragazzi disabili lavora alle piante. Ma per Cellino, i domiciliari e il silenzio pesano più del previstoÈ quasi sempre solo. Con la Fender e le cuffie. Non ha voluto libri, giornali, cd e computer. Ha la tv. Ma su Sky evita sport e notiziari: non ha visto la squadra a Bologna. Lo descrivono dimagrito, la barba incolta. «Suona la chitarra, passeggia, prega» dice Giuseppe Madeddu, presidente della comunità. Il tempo, nel cuore del Sulcis, si è fossilizzato. Benedetto Ballero, legale di Cellino, tuona: «Il presidente è inferocito: sa di non aver fatto nulla. La struttura è incompleta, con acqua calda e riscaldamento precari». Ha scelto la stanza 3, suo numero preferito: 14 metri quadri, pavimenti in marmo e box doccia con scaldo-bagno. E il cibo? La comunità è convenzionata con un ristorante di Iglesias. Si sceglie alla carta, pasti caldi. Ma Cellino ha voluto fornellino e macchinetta per l’espresso. A colazione? Caffellatte e biscotti. Mangia poco.