NAZIONALE. PRANDELLI: “Il futuro si chiama Roma”

IL MESSAGGEROIl ct anticipa la grande sfida di sabato: “Juve aggressiva, giallorossi fantasia e tecnica”…

(Getty Images)
(Getty Images)

 

RASSEGNA STAMPA – Il ct della Nazionale, Cesare Prandelli, ha risposto così all’ipotesi di allenare i giallorossi: “Fa piacere che il mio nome sia accostato di nuovo alla Roma, ma io ora penso solo alle qualificazioni mondiali. Dopo il Brasile vedremo, sono ancora giovane… Il campo mi manca tanto, vorrei viverlo tutti i giorni con i giocatori e in nazionale non è possibile”. Il tecnico azzurro ha rilasciato un’intervista al Messaggero, eccone uno stralcio:

Sono tanti i 21 punti tra la prima e la nona. Si aspettava la Roma così distante dalla vetta?
“No. Io credo dall’inizio nell’idea di calcio che portano avanti a Trigoria. Ma i giallorossi hanno la necessità di fare esperienza. In un anno e mezzo è dura diventare una squadra da vertice, cioè che possa avere la continuità per resistere ad alto livello. Più che la Roma ad avere pochi punti, può darsi che la Juve e lo stesso Napoli ne abbiano tanti… Mettiamola così. Sono andate forte le due davanti”. […]

Si fida così tanto dei suoi colleghi?
“Sì e anche delle società. Il club rossonero e la Roma hanno il progetto tecnico più interessante. Per il nostro calcio e per la mia Italia. Perché puntano sui giovani […]”.

Perché allora Zeman, tecnico capace con i giovani, è stato mandato via?
“L’esonero fa parte purtroppo del nostro mestiere quando non vengono i risultati. La strada giusta è però quella intrapresa dalla nuova proprietà, bisogna solo avere ancora un po’ di pazienza. Non considero un fallimento quello di Zeman, termine che non mi piace. Perché se non si fanno punti, dipende dalle varie componenti. Bisogna rendersi conto che il responsabile o colpevole, come si dice nel nostro ambiente, non può mai essere solo uno. Forse, a vedere da lontano la situazione, non si è formato un corpo unico tra staff tecnico e dirigenza, mentre bisogna sempre condividere totalmente, all’interno, scelte e programmi”.

Osvaldo contestato: perché non riesce a rimanere due anni nello stesso club?
“Mi dispiace per quello che sta passando. Lui sa quello che gli ho detto. In nazionale e quando, più giovane, era con a Firenze. Ha potenzialità enormi ma per esprimerle deve avere una serenità assoluta che spesso, come ammette pure lui, gli manca. E fare un passo alla volta senza crearsi troppe aspettative o fissarsi obiettivi irraggiungibili. Io non lo portai all’Europeo perché ha avuto sbalzi caratteriali nel finale della scorsa stagione. È bravo, generoso e altruista. Questo anche per spiegare l’episodio di Marassi. E i rigori lui li tira così…”. […]

Il rapporto con Franco Baldini è sempre lo stesso?
“Certo. E va oltre l’amicizia. Mi volle alla Roma e, quando lasciai dopo poche settimane l’incarico, gli dissi che avrei accettato un’altra proposta solo se lui mi avesse dato il via libera. Lo ripetevo a tutti i club che mi contattarono. Lui poi lasciò la società giallorossa, io venni a Firenze e a Trigoria chiamarono Spalletti. Andò bene a tutti: la Fiorentina e la Roma, in quel periodo, giocarono un bel calcio”.