CHIEVO. CORINI: «Juve, sono in debito e ti batto»

IL CORRIERE DELLA SERA- «Voglio una squadra incazzata e pronta a fare risultato in ogni occasione»

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RASSEGNA STAMPA – Il tecnico del Chievo Verona, Eugenio Corini, è stato intervistato dal Corriere della Sera. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Eugenio Corini, 42 anni, debuttante in A col Chievo, dopo aver battuto la Lazio c’è il rischio che siate meno determinati contro la Juventus domani?
«Tutt’altro. Voglio una squadra incazzata e pronta a fare risultato in ogni occasione. Giochiamo contro una Juve fortissima, ma anche noi abbiamo le nostre carte. E speriamo di fare tris, dopo Roma e Lazio».

Nel suo staff ci sono Lanna e Moro. Cosa c’è ancora del vecchio Chievo?
«Noi venivamo da qualcosa di incredibile, con la storica promozione in A nel 2001. Ora la società si è strutturata meglio ed è ancora più solida. Il presidente Campedelli rappresenta la continuità: è defilato mediaticamente ma è sempre molto presente. Il suo amore non è diminuito in questi anni, anzi».

La Juventus era la vostra bestia nera, si ricorda?
«Tutto a memoria… Il primo anno di A vincevamo 2-0 a Torino e abbiamo perso 3-2 con un rigore discutibile segnato da Salas. Poi a Verona ci fischiarono 2 rigori contro (uno solo segnato nel 3-1 finale ndr): in due anni subimmo 4 k.o. e tutti molto discussi…».

Dopo le polemiche juventine contro Genoa e Lazio teme qualche condizionamento arbitrale?
«Noi abbiamo una linea, che è quella di non commentare mai quello che fanno gli arbitri. Poi ognuno si pone come vuole, ma se metti pressione sugli arbitri non puoi pensare che lavorino meglio: così non si aiutano a crescere».

L’ha stupita la violenza delle proteste bianconere nella gara col Genoa?
«Quando un protagonista si rivede può capire dove ha sbagliato e non ripetere certe situazioni dettate dalla foga del momento. Ci vuole autocontrollo: è una responsabilità che abbiamo per migliorare il nostro mondo».

Come avete sorpreso la Lazio?
«Facendo la partita perfetta tra le loro due gare di semifinale di Coppa Italia: abbiamo sfruttato l’occasione».

La Juve non è al meglio, le pare?
«Al contrario, temo molto la loro reazione e la loro voglia di riscatto. Mi aspetto un avversario caricato al massimo. Un calo è fisiologico, ma purtroppo le grandi sbagliano poche partite».

Come si mette in difficoltà la Juve?
«L’obiettivo è la riconquista del pallone quando loro si aprono in fase offensiva, ma preferirei non svelare altro…».

Anche lei è passato al 3-5-2. Quali sono i suoi modelli tecnici?
«Ho avuto maestri straordinari, da Trapattoni fino a Guidolin e Delneri. Ma il mio pallino, su cui ho fatto la tesi a Coverciano, è la sintesi tra il calcio totale olandese e il possesso palla spagnolo, rappresentata dal Bayern Monaco».