CHAMPIONS. LUCESCU: “CONTE impari: a volte si parla, altre si sta zitti”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Lucescu “Hanno un gioco prevedibile e ripetitivo, chissà se troveranno nuove idee”…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (A. Frosio) – Lucescu conosce bene dinamiche e terminologie italiane (“I biscotti mi piacciono, ma dipende come sono fatti…”, butta lì con gli occhi liquidi che sorridono) ma come il suo Shakhtar gioca all’attacco. Il tecnico romeno infiamma la vigilia con pungente ironia, sfidando Conte in campo aperto: “All’andata avevo detto che il gioco della Juve era stato prevedibile e non mi rimangio le parole: a volte il suo gioco è ripetitivo. Ma se per questo lo è anche quello del Barcellona. Sono curioso di vedere se Conte avrà trovato altre soluzioni. Antonio è un allenatore giovane e deve imparare quando rispondere e quando no: magari lo farà tra vent’anni”. La punzecchiatura trova però soltanto la risposta a distanza, ‘soft’, di Alessio: “Gioco ripetitivo? Forse. Ma così la Juve crea e segna tanto. Anche il Barcellona allora è ripetitivo…”. Alla fine, le strade dialettiche convergono. Convergono anche i destini di Shakhtar e Juve. Un pareggio sta bene a tutti, ma nessuno – a parole – lo vuole. Lucescu esige una vittoria per togliersi di dosso l’aria di ‘squadra parvenu’ ed entrare nel salotto buono del calcio continentale: “È un grande esame per noi contro un professore che si chiama Juventus, che ha storia, prestigio, tradizione, potere politico-sportivo, campioni. Lo Shakhtar è considerato una squadra che gioca bene ma che non è al livello delle più forti: noi vogliamo salire di livello. Per riuscirci, serve una crescita costante non solo del club ma di tutto il movimento ucraino. Servono grandi risultati contro grandi club per essere più considerati”. Il Chelsea di sicuro già li considera, perché dallo Shakhtar dipende (anche) il destino dei Blues: “Non penso agli inglesi, penso alla Juve. Agli italiani sono legato, ma il football è il football e conta vincere”.