BASKET. NBA: Il borsino di SportNews #4

Dopo una settimana di pausa torna il nostro borsino, per restare sempre aggiornati sul mondo NBA

 

(getty images)

In queste due settimane tantissimo è cambiato in NBA e alcune tendenze sono ormai chiare. Ad est Miami continua a veleggiare nei primi posti della Conference senza troppe difficoltà, tallonata dalle due squadre di New York che sembrano fare decisamente sul serio. Intanto Chicago fatica a trovare continuità in assenza di Rose, mentre a Boston per ora mancano chimica e certezza nelle rotazioni. Ad Ovest continua a guidare Memphis, rivelazione dell’anno a questi livelli, inseguita dal solito duo San Antonio/OKC che si confermano ad altissimo livello. Livello che, almeno per ora, non appartiene ai Lakers che faticano malgrado il cambio di allenatore.

CHI SALE: Monta Ellis è ormai un lontano ricordo, Andrew Bogut non ha ancora giocato un minuto con la loro maglia e Steph Curry è sempre alle prese con qualche acciacco di troppo ma i Golden State Warriors al momento viaggiano al primo posto, condiviso coi Clippers della Pacific Division. Messo alle spalle il gioco spumeggiante di Don Nelson nella Baia hanno costruito una squadra solida in ogni reparto piena di talento e atletismo. Rischiano di essere la mina vagante della Western Conference.

Nonostante la sconfitta contro Miami i Brooklyn Nets hanno vinto 5 delle ultime 6 gare disputate e occupano la terza piazza ad Est. Niente male per una squadra, molto talentuosa è vero, ma con una panchina non proprio affidabile, che tira solo il 33.5% da 3 punti (23esima nella Lega) e che ha ancora evidenti problemi di chimica, dopo la rivoluzione estiva. Il segreto? Solo i Grizzlies concedono meno punti agli avversari dei Nets e la coppia Williams/Johnson difficilmente tradisce nei momenti chiave. Sottocanestro poi mentre Brook Lopez è un cliente scomodo per tutti.

CHI RESTA STABILE: Nonostante l’arrivo di Mike D’Antoni i Los Angeles Lakers non sono riusciti a cambiare passo e navigano attorno al 50% di vittorie. L’innesto di Howard si sta rivelando più complicato del previsto e il ragazzo di certo non aiuta alla causa con una percentuale ai tiri liberi davvero imbarazzante. Nel frattempo pesano l’assenza di Nash (di cui ancora non si conosce il rientro) e di Steve Blake. Non è un caso che Kobe Bryant abbia le migliori cifre degli ultimi anni, il “Mamba” sta cercando di caricarsi la squadra sulle spalle, ma spesso esagera e rischia di essere dannoso.

Con una striscia aperta di 6 “W” consecutive anche i Miami Heat restano stabili…in vetta alla Eastern Conference. Lebron e compagni sembrano aver finalmente acquisito la consapevolezza nei loro mezzi e la tranquillità dei campioni. In più Ray Allen sembra essersi inserito alla grande, mentre l’utilizzo sempre più prolungato di Bosh in posizione di centro sembra aver beneficiato molto al sia il ragazzo sia alla squadra.

CHI SCENDE: Ad inizio stagione avevano sorpreso un po tutti, ma ora gli Charlotte Bobcats stanno avendo una netta flessione. La squadra di Micheal Jordan ha vinto solo una volta, per altro contro i pessimi Washington Wizards, nelle ultime partite disputate, il suo record è così precitato sotto quota .500. Impossibile poi non citare l’umiliante sconfitta 69-11 subita contro i Thunder.

Con due vittorie nelle ultime 10 partite e una striscia aperta di 3 sconfitte consecutive i Sacramento Kings sono già ultimi ad Ovest. Nessuno si aspetta dai Kings una stagione da protagonisti, ma nella capitale della California, nonostante ogni anni arrivino buoni giocatori dal draft, non si riesce mai a vedere la luce infondo al tunnel. Le note positive sono sempre meno di quelle negative e i giocatori su cui si è deciso di puntare, su tutto Cousins ed Evans continuano a mancare di leadership e maturità.

GIOCATORE DELLA SETTIMANA: 18.9 punti e 10.1 rimbalzi di media. Cifre da lungo dominante a questo livello, senza mezzi termini. Basterebbero da sole per eleggere un “normale” giocatore della settimana, ma diventano straordinarie se a produrle è Tim Duncan. La bandiera degli Spurs sta infatti giocando una delle sue migliori stagioni in carriera a 36 anni suonati. Alla sua età solitamente i giocatori si ritirano o sono sul viale del tramonto, Duncan invece gioca ogni sera oltre 31 minuti da protagonista e domina in ogni area NBA. Chepeau.

Edoardo Lavezzari