INTER. MILITO alla carica «Contro la Juventus capiremo chi siamo»

IL CORRIERE DELLA SERA- L’attaccante nerazzurro non ha mai segnato in casa della Juventus

(getty images)

 

Diego Alberto Milito, 33 anni, argentino di Bernal, all’Inter dall’estate 2009, si presenta a Torino con 56 gol in 101 partite di campionato in nerazzurro, ma non è ancora riuscito a segnare in casa della Juve, dove gli interisti non vincono dal 20 aprile 2005 (1-0, gol di Julio Cruz). Da allora due pareggi (sempre 1-1) e quattro sconfitte. Ecco uno stralcio dell’intervista al “Corriere della Sera”:

Milito, perché nemmeno l’Inter di Mourinho, quella dello scudetto e/o quella del triplete oppure l’Inter di Leonardo (17 vittorie in 23 partite) sono riuscite a vincere a Torino con la Juve?
«Non credo ci sia un blocco psicologico; Juve-Inter è sempre stata una partita molto complicata e abbiamo sempre affrontato un’ottima Juve. Ci proviamo domani; mi auguro che l’Inter di Stramaccioni ce la possa fare».

L’Inter si presenta a Torino da seconda in classifica: siete voi l’anti-Juve?
«Vediamo domani. Quello che è chiaro, al di là della Juve, è che siamo sulla buona strada. Stiamo facendo bene, anche se dobbiamo crescere ancora molto, come è logico, per una squadra che ha cambiato tanto».

Cassano così determinante è una sorpresa?
«No, assolutamente. Lui è un giocatori straordinario, che sa metterti la palla giusta in qualsiasi momento. Ed è uno che si gode la vita e fa ridere tutti: un bel personaggio e una persona ottima».

Quattro punti dalla Juve sono tanti o sono pochi?
«Non sono né tanti, né pochi. La Juve sta facendo un campionato straordinario, 28 punti su 30 disponibili sono un risultato eccezionale. Se continua così, sarà difficile prenderla. Però siamo all’undicesima giornata e il campionato è lungo. Quella di domani non è ancora una sfida decisiva e noi andiamo a Torino per provare a metterli in difficoltà, sapendo che anche noi siamo in un buon momento».

Chi manderebbe in tribuna fra Pirlo e Vucinic?
«Bella lotta. Voto per Pirlo, perché è lui che fa il gioco della Juve. Fondamentale».

Il designatore Braschi ha spiegato che gli arbitri sbagliano, come a volte sbagliano i giocatori. È d’accordo con questa idea?
«Sì. Poi, come per i giocatori, ci sono errori ed errori. Quello che è successo a Catania è grave; tutti hanno visto. Può capitare, perché siamo uomini e si sbaglia».

Il suo contratto scade nel 2014. C’è aria di rinnovo?
«Il 2014 è lontanissimo. Io qua sto molto bene. L’Inter sarà la mia ultima squadra europea, poi vedremo».