UDINESE. Prima volta ad Anfield. Trionfo e spettacolo

LA GAZZETTA DELLO SPORT – La squadra di Guidolin soffre e passa a Liverpool. Di Natale solito trascinatore, gran gol di Pasquale…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (F. Licari) – La partita che resterà nella storia. Soprattutto per come si era messa: i bianconeri friulani cominciano timidi e forse un po’ emozionati, andando sotto di un gol. Ma poi bastano una mossa giusta, Lazzari al posto dell’inguardabile Armero, il 3-5-2 invece di un 3-4-2-1 molto confuso, ed ecco che lo spettacolo cambia all’improvviso per gli uomini di Guidolin. Di Natale, l’autogol di Coates, Pasquale. Uno, due, tre colpi ai quali il Liverpool reagisce generoso ma confuso. E finisce 2-3. Mister Rodgers lascia in panchina Gerrard, Suarez, Skrtel e Sahin. I sostituti, però, bastano per schiacciare i bianconeri nella loro metà campo. Qui Allen fa girare la palla che è un piacere e soprattutto Shelvey imperversa, infilandosi da sinistra tra le linee. Una scheggia e non ci sono contromisure: né BaduPinzi riescono a fermarlo e così, al 23′, arriva il gol, una schiacciata di testa sulla solita aggressione dalla trequarti. Dalle parti di Armero, a sinistra, si passa che è un piacere. A destra l’accoppiata Benatia-Faraoni è in balia dell’asse Robinson-Assaidi. Il centrocampo è tutto nelle mani dei ‘rossi’, mentre nell’Udinese sembra che nessuno rispetti le posizioni. Guidolin rimedia nell’intervallo: fuori Armero, dentro Lazzari, e il miracolo succede davvero dopo appena 32 secondi. Da Lazzari gran pallone per Di Natale che colpisce di prima, bellissimo: 1-1, Reina è stecchito. Neanche l’entrata tardiva dei grossi calibri — Suarez e Gerrard — smonta l’Udinese: Shelvey perde ritmo, gli esterni sono bloccati dal nuovo 3-5-2, e infine ci si mette Coates che schiaccia di testa nella sua porta il più inguardabile degli autogol. E non è finita perché ancora Totò fa il giocoliere in area e appoggia a Pasquale: rincorsa ed esterno sinistro all’angolo, 1-3. Mancano meno di 20 minuti, ma Suarez è l’unico a non arrendersi. Tira quattro volte: in due occasioni Brkic para, un’altra è Shelvey che il pallone sulla linea, sulla gran punizione il gol è scritto quando comincia la rincorsa. L’aggressione finale per il pari fa paura. Ma Guidolin s’inventa un altro accorgimento, un 4-4-2 che accorcia i reparti.