CALCIOSCOMMESSE. Il giorno della verità. CONTE, squalifica ridotta. In panchina dal 6 gennaio?

LA GAZZETTA DELLO SPORT – In mattinata l’esito del ricorso al Tnas contro i 10 mesi: è sicuro un forte sconto, lo stop potrebbe finire a inizio 2013. Deluso l’allenatore…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (M. Galdi) – Molto probabilmente Conte tornerà a sedere in panchina allo Juventus Stadium il 6 gennaio 2013. Qualche giorno in più dei quattro mesi che sembravano essere una sorta di ‘accordo’ preventivo ma che sicuramente — nelle sue anticipazioni — non era certamente piaciuto al Collegio del Tnas del Coni. Il presidente Zaccheo e gli arbitri Calvi e De Giovanni questa mattina hanno limato le ultime cose e consegnato al segretario del Tnas la ‘sentenza breve’. Cosa cambia in realtà rispetto alle attese? Il fatto che la squalifica sia quantificata in giorni e non in mesi. Da giorni lo sconto che Conte avrebbe avuto dal Tnas è stato al centro del dibattito sui media. Dopo le anticipazioni di martedì che davano per sicuro i quattro mesi — ma Gazzetta era sempre stata per una forbice tra i cinque e i sei mesi —, alla fine era parsa predominante la voce che quattro, sì, sarebbe stato però lo sconto. Poi, ultima di andata, diciannovesima giornata. Alla fine una soluzione che accontenterebbe tutti, ma con commenti diversi. Gli avvocati di Conte puntavano al proscioglimento (l’unica ipotesi contemplata dal tecnico), ma in via ‘subordinata’ avevano chiesto 4 mesi di stop.

Al di là della squalifica e dello stop che dovrà scontare Conte, la Federcalcio (con i suoi legali Medugno e Mazzarelli) ha visto comunque confermare l’impianto accusatorio: c’è stata l’omissione di denuncia. Inoltre il Collegio arbitrale del Tnas ha respinto le richieste istruttorie presentate dalla difesa di Conte e che prevedevano l’audizione di Mastronunzio sulla sua esclusione dalle ultime gare del Siena di quella stagione attribuite, nelle memorie difensive, a un infortunio. L’accoglimento avrebbe solo allungato i tempi. Infatti in caso di audizione di Mastronunzio, la Figc aveva replicato che si sarebbe dovuto ascoltare anche Carobbio. Stessa situazione nel caso fosse stato sentito Stellini. In quel caso la Figc aveva già sottoposto al Collegio una serie di domande alle quali l’ex collaboratore di Conte avrebbe dovuto rispondere sui motivi per cui avrebbe deciso di allertare Carobbio per combinare AlbinoLeffe-Siena. Fino all’ultimo Conte aveva sperato nell’assoluzione. La squalifica ridotta non gli restituirà il sorriso: si sente vittima di una enorme ingiustizia e lo ha ribadito a muso duro anche agli avvocati che gli facevano notare il bicchiere mezzo pieno. “Mi condannano sul nulla, i miei colleghi non capiscono che una accusa del genere può essere contestata a tutti. Come posso difendermi? Vorrà dire che girerò con una telecamera in testa così ogni cosa che dico e faccio resterà registrata” si è sfogato con gli amici più cari e i familiari. L’amarezza del tecnico sarà mitigata solo quando ritroverà il campo. Oggi, comunque, si chiude il processo sportivo (a Cremona gli avvocati attendono fiduciosi l’archiviazione) e la lettura della difesa di Conte è più razionale. Il rischio iniziale di un deferimento per illecito sventato grazie alle indagini difensive (con le testimonianze giurate che hanno smentito Carobbio); la doppia omessa denuncia ridotta a una smontando la versione del pentito su Novara-Siena; neutralizzata infine l’aggravante Mastronunzio sbandierata in una quantomeno inopportuna intervista radio dal giudice Sandulli. Sul ‘campo’ è rimasta la gara contro l’AlbinoLeffe. Una combine confermata da molti giocatori e dal patteggiamento di Stellini che hanno impedito agli avvocati di ribaltare del tutto il risultato.