JUVENTUS. CONTE c’è, ma non si vede

IL CORRIERE DELLO SPORT. ( A. Barillà) Il tecnico in un box dai vetri oscurati. Carrera: «Cerco di portare la sua carica»…

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Antonio Conte guarda Juve-Parma dall’alto, protetto dai vetri oscurati d’uno sky box. Ascolta i cori amici, che lo incoraggiano e sostengono, e quelli ostili a Palazzi e al palazzo, s’ingegna per recapitare in campo le sue istruzioni. Al timone, però, c’è lui: Massimo Carrera. Dna bianconero e grinta “in prestito” per dieci mesi, aspettando che il capo torni in panchina, a sbracciarsi quando conta il risultato e non solo sui campi di Vinovo. Anche Carrera ha la voce roca: «Il mio ruolo è quello di gestire una squadra di calcio, un po’ di voce si perde… – sorride – . Antonio è un grande tecnico, ha un carisma eccezionale e trasmette grande carica: io cerco di portare quella sua carica in partita. Le decisioni? Sono mie: so come la pensa e come vede le partite» .  La prima domanda è una richiesta di spiegazioni sul siparietto al momento del rigore: Vucinic afferra la palla, Vidal s’avvicina, i due parlottano e sul dischetto va il cileno. «Entrambi erano rigoristi: chi si sentiva tirava. Adesso metteremo un po’ d’ordine anche in questo…» . Poi il discorso si sposta sui singoli, in particolare su chi ha inciso impronte pesanti sul match: «Asamoah esterno? Ha dimostrato di avere le caratteristiche per questo ruolo: indubbiamente è un acquisto azzeccato e questa partita ne è la dimostrazione. Marrone centrale può superarmi nel ruolo? Glielo auguro: sta facendo bene, ma deve lavorare e fare mestiere nel nuovo ruolo» . Parla anche di chi le impronte non le ha lasciate, assolvendo Sebastian Giovinco, dinamico ma fumoso: «Non credo si tratti di problemi tattici, forse ha pagato l’emozione di giocare contro il suo Parma: io che sono stato calciatore lo capisco. Se serve una punta di peso? Fa comodo a tutte le squadre: puoi cambiare anche modo di giocare quando non riesci a scardinare le difese. Noi però abbiamo una buona rosa e lavoriamo con quello che abbiamo» .