CALCIOSCOMMESSE. QUAGLIARELLA: «Emarginato, non mi passavano la palla»

CORRIERE DELLO SPORT- Quagliarella nega in Procura la presunta combine con la Sampdoria Poi si sfoga: «I sudamericani mi isolavano perché erano invidiosi»

 

(getty images)

 

Ecco uno stralcio dell’interrogatorio del 16 Giugno 2011 presso la Procura della Repubblica di Napoli a Fabio Quagliarella, riportato dal Corriere dello Sport: “Sino al 30 giugno 2010 sono stato un calciatore del Napoli Calcio. Fui ingaggiato dal Napoli l’anno precedente e firmai un contratto quinquennale. […] In pratica, già durante il campionato vi erano state frizioni ed incomprensioni con alcuni dei compagni. In pratica mi sentivo emarginato nel gioco della squadra e mi capitava di accorgermi che qualche compagno faceva di tutto per non passarmi la palla. […] Ogni giorno erano pubblicate notizie che mi davano prossimo ad essere ceduto a questa o quella società. La cosa, naturalmente, mi dava fastidio, perchè era sintomo di una chiara crisi di fiducia della dirigenza, che altrimenti sarebbe intervenuta, come in altri casi, per dichiarare incedibile il proprio giocatore. […] A domanda, preciso che quando nel campionato 2009-2010 si giocò Napoli-Parma, io avevo già segnato 9 gol e mancavano, se non sbaglio 5 giornate alla fine del campionato. La partita si mise subito bene per me e per la mia squadra. Segnai un gol, ma poi il Parma pareggiò e si potrò in vantaggio. Riuscimmo a pareggiare ancora con un gol segnato su mio assist e poco dopo fui espulso dall’arbitro. A domanda, preciso che la mia espulsione fu dovuta alle proteste che feci avverso la decisione dell’arbitro di non punire con un rigore un fallo commesso su di me da un difensore del Parma. L’arbitro mi ammonì ed io a quel punto persi la testa, perchè l’ammonizione comportava, essendo io stato già diffidato dal giudice sportivo, l’automatica squalifica per il turno successivo. […] La partita si concluse con la sconfitta della mia squadra ormai ridotta in inferiorità numerica. Comunque, la partita Napoli-Parma segnò un chiaro momento di crisi del mio rapporto col Napoli. […] Matteo Gianello è stato un buon compagno di squadra, che accettava con serietà il suo ruolo di terzo portiere quasi mai convocato per le partite. Non ricordo di aver parlato con Gianello della partita Sampdoria-Napoli, ne ho notato comportamenti “anomali” da parte sua. “