EURO 2012. PIRLO amaro: “Non ancora all’altezza della SPAGNA”

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Mirko Graziano) – “In finale siamo mancati, ma la Uefa rifletta sul calendario”…

(getty images)

 

Buffon, De Rossi, Pirlo, gente che finita la battaglia non sbraca in caso di vittoria, né va in cerca di alibi dopo una disfatta. Sono campioni del mondo mica per caso. Eppure la domanda viene naturale: Italia penalizzata dallo scellerato calendario Uefa? Ci sta, dopo una semifinale affrontata con 120′ nelle gambe e tre giorni appena di riposo, oltre a una finale preparata praticamente in 48 ore, 24 in meno dell’avversaria. Sia chiaro, la Spagna di Iniesta e Xavi è già nella leggenda, è la più forte, la più degna vincitrice della competizione. Gli azzurri avevano gambe pesantissime, erano pieni di cerotti, poi sono ‘saltati’ prima Chiellini, poi Thiago Motta. “Infortuni non casuali quando si gioca con questa frequenza, oltretutto a fine stagione. Non è stato possibile recuperare al meglio”, spiega il professor Castellacci, responsabile dello staff medico.

Ma onore ai più forti. Tutto l’ambiente azzurro ha toccato con mano la fragilità di un torneo così concepito. Lo stesso Prandelli, prima ancora della gara con la Germania, aveva invitato Platini a riconsiderare la situazionale per il futuro. Buffon, Pirlo e De Rossi ascoltano le domande dei cronisti, “prima di ogni cosa bisogna dire che ha vinto la più forte”, chiariscono in coro. Insomma, il valore sportivo è salvo, “non fa proprio una piega — continua Pirlo — Certo, poi un ragionamento va fatto anche da parte dell’Uefa“. Il fuoriclasse bresciano spiega invece così la batosta di Kiev: “Forse la Spagna è l’unica squadra che ancora non siamo in grado di affrontare sul piano del palleggio puro. Noi, però, non abbiamo saputo soffrire come nella gara di Danzica. Non gli piace perdere, nemmeno se davanti ci sono i campioni di tutto, “perché ci credevamo. È stato un grande Europeo fino alla finale, dove non siamo stati all’altezza, ma nemmeno troppo fortunati. Problemi fisici in serie, occasioni mancate per riaprire la gara e 30′ in dieci: forse doveva finire così”. 

E Andrea rilancia. Nessuno può però cancellare l’eccezionale Europeo di Pirlo: “Sono discorsi che non mi interessano. Quando si perde, è la squadra a perdere. Non c’è questo o quello da salvare”. E allora si guarda avanti. A 33 anni, Pirlo è ancora il numero uno nel suo ruolo. E rilancia: “Giusto andare avanti con Prandelli. Sono felice che resti. Il suo lavoro si vede. Testa subito alle qualificazioni mondiali. In Brasile ci dobbiamo essere anche noi. Senza storie”.