GAZZETTA DELLO SPORT. Sprint a capofitto «Più testa, più fame Ora siamo maturi»

Una sintesi dell’articolo de ” La Gazzetta dello Sport “. Il tecnico della Juve fa lo psicologo: «Guarderò tutti negli occhi. E posso dire: siamo tornati»

(getty images)

 

Il conto alla rovescia è di fatto iniziato. Numeri alla mano, se la Juventus batte il Novara e il Milan frena a Siena, ogni successiva giornata potrebbe essere quella buona, quella dello scudetto bianconero. Ma a un certo punto, ieri in conferenza, Conte deve aver sentito un po’ troppa aria di festa attorno al suo gruppo, un po’ troppa sicurezza di arrivare in fondo senza sorprese. E allora «meglio chiarire immediatamente. Qui non si è ancora ottenuto nulla – si è fatto serio il tecnico leccese -. Leggo celebrazioni, sento parlare di scudetto già vinto. Scudetto già vinto cosa? Sono da troppo tempo nel calcio per cadere in certe trappole. E’ un attimo passare da eroe a… Vabbé, non fatemi essere volgare. La realtà è che ciò che abbiamo fatto finora è già straordinario, non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti. Poi, è normale che arrivati a questo punto si debba credere nello scudetto. Io ci credo. Il destino dipende da noi, mancano però ancora quattro partite, e in mano non abbiamo niente. E occhio al Novara, l’ho visto contro la Lazio, non mi sembra che si comporti da squadra rassegnata alla B. Tesser è bravo, troveremo un gruppo che non pensa solo a difendersi». Gran parte del gruppo non è abituato a certe vigilie, e allora si renderà necessaria una specie di seduta psicologica, «anche se finora tutti hanno retto benissimo nei momenti più particolari. Siamo infatti già scesi in campo con grande pressione sulle spalle, trovandoci più o meno staccati da un Milan fortissimo, che a sua volta sta facendo una stagione sopra le righe. Mi chiedete se ancora oggi considero la Juve inferiore ai rossoneri? A livello di organizzazione di gioco, no di certo. Però, resta un dato: la rosa del Milan è nettamente superiore alla nostra. Ma la forza bisogna esprimerla sul campo. Il campionato è un percorso a tappe, lungo, e alla fine vince sempre chi merita di più. Il compito dell’allenatore è quello di valorizzare al massimo la propria rosa, cercando di migliorare tutti i giocatori a disposizione, fisicamente e mentalmente. Quando giocavo con la Juve è successo di vincere partendo senza i favori del pronostico. E ci riuscivamo perché avevamo più testa, più fame. In questo senso, credo di avere in mano un gruppo maturo. Dai miei ragazzi pretendo che escano dal campo distrutti. Si può perdere, ma deve succedere solo perché gli avversari sono stati più bravi di noi. Sì, credo nello scudetto, una cosa possiamo però già dirla: la Juve è tornata! Se arriveremo primi avremo fatto qualcosa di impensabile. Altrimenti, avremo comunque gettato basi solide per un luminoso avvenire».