JUVENTUS. CONTE: “La sfida con la Lazio sarà dura serve la miglior Juve. Dobbiamo vincere”

Le parole del tecnico bianconero alla vigilia della gara contro la Lazio
(getty images)

Antonio CONTE ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro la Lazio in programma domani sera alla Juventus Stadium.

Ecco le sue parole partendo dalla sfida di domani sera:

“Al di là del fatto che io mi possa aspettare un atteggiamento più o meno difensivista da parte della Lazio, conta sottolineare che andiamo ad affrontare la terza in classifica, è da alcuni anni che la Lazio è comunque ai vertici della classifica, frutto sicuramente di un ottimo lavoro che è stato fatto in questi anni. Sarà una partita dura, spigolosa, sotto tutti i punti di vista e ci vorrà sicuramente la miglior Juventus per ottenere i tre punti. E’ inevitabile che loro hanno un obiettivo importantissimo, che è quello della Champions; anche noi abbiamo un obiettivo importantissimo che è la Champions, perchè vincere domani contro la Lazio significherebbe mettere parola fine all’entrata nostra dalla porta principale in Champions. E questo dev’essere sicuramente un grandissimo stimolo per noi, sapendo che ci saranno delle difficoltà perchè la Lazio è un’ottima squadra, che sta in un buon momento di forma e viene a Torino per proseguire quello che di buono ha fatto in casa contro il Napoli“.

Tu hai sempre detto che tutto dipendeva dal Milan, mentre adesso la classifica dice che tutto dipende dalla Juve. Quanto è importante a questo punto il lavoro psicologico, più che quello tecnico e tattico. Cioè preparare la squadra da questo punto di vista per evitare che possa venire il braccino corto, che possa venire la paura o magari che ci sia troppa euforia…
“Sai, il lavoro psicologico è un lavoro che viene fatto in tutto l’anno e noi penso che quest’anno abbiamo lavorato molto sulla nostra testa, al di là dei discorsi tecnici e tattici. C’era da ritrovare sicuramente un atteggiamento mentale vincente, una voglia di scendere in campo con un unico obiettivo, quello di vincere la partita, la cosiddetta mentalità; quindi abbiamo lavorato molto e devo dire che ho trovato dei ragazzi che – non mi stancherò mai di dirlo – mi hanno dato grande disponibilità. Dal puntodi vista psicologico è sempre un lavoro continuo. Fa parte di un processo di crescita, perchè non dimentichiamo che fino a tre domenica abbiamo giocato ritrovandoci a meno sette in classifica, per due volte consecutive, quando abbiamo giocato contro l’Inter  e contro la Fiorentina. Eravamo  a meno sette. Poi abbiamo giocato quando eravamo a meno cinque, con l’obbligo quindi di vincere e poi abbiamo giocato a Palermo con l’obbligo di vincere, perchè alla fine, la cosa che dico ai miei ragazzi, anche stasera, il Milan, al di là del risultato – può vincere -, noi dobbiamo vincere. Se pareggia, noi dobbiamo vincere; se perde, noi dobbiamo vincere. Quindi il discorso non cambia, bisogna giocare per vincere, ma è una cosa che stiamo facendo da inizio anno e stiamo cercando di inculcare questa mentalità. Dire che arrivati a questo punto siamo avanti, al di là delle più rosee prospettive, anche rispetto ad un mio piano, di crescita della squadra, è inevitabile, perchè, ripeto, siamo partiti da molto molto molto molto lontano e ci ritroviamo a sette giornate dalla fine ad essere l’antagonista del Milan; e questo ci deve riempire d’orgoglio, di soddisfazione, e ci deve far capire che abbiamo fatto veramente qualcosa di straordinario, come lavoro, come intensità, come tutto. La cosa più bella è sicuramente vedere l’entusiasmo, la gioia dei tifosi, l’orgoglio ritrovato dei nostri tifosi, questo è un dato di fatto, al di là di come andrà a finire il campionato. Questo è un dato di fatto e non ce lo toglierà mai niente e nessuno. E questa io penso sia la cosa più importante”.

La vetta della classifica potrebbe dare le vertigini a molti, specie a sette giornate dalla fine. Di sicuro non ad Antonio Conte, che a quella posizione ha fatto l’abitudine, sia da calciatore che da allenatore. E infatti, il tecnico bianconero, alla vigilia della sfida contro la Lazio, appare decisamente tranquillo. Determinato, certo, ma anche molto sereno, perché conscio della forza morale e psicologica, prima ancora che tecnica dei suoi ragazzi: «Dovevamo ritrovare un atteggiamento mentale vincente e abbiamo lavorato molto sulla testa, fin dal ritiro. Continuiamo a farlo anche ora, perché fa parte del nostro processo di crescita».

Certo, la qualificazione diretta alla Champions è un obiettivo importante, ma ora inevitabilmente l’asticella si è alzata:

«Premettiamo che già ora abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Quest’estate i pronostici ci vedevano quinti o sesti. La società mi aveva chiesto di provare a rientrare in Champions, sapendo le difficoltà che avremmo incontrato, visto che squadre come Napoli, Udinese, Lazio, per non parlare di Inter e Milan, ci avevamo preceduti negli scorsi anni. Però c’è stata una crescita esponenziale, andata al di là delle più rosee aspettative ed essere arrivati a confrontarci con una superpotenza come il Milan è una grossa soddisfazione. La gioia più grande poi è l’orgoglio ritrovato dei nostri tifosi. Vedere anche nel giorno di Pasquetta 200, 300 persone a Vinovo per incitarci, è fantastico e questo, al di là di come andranno campionato e Coppa Italia, nessuno potrà mai togliercelo. Detto questo, siamo in ballo e allora, in queste sette partite, diamo il massimo Solo così potremo provare a scrivere una pagina importante e a centrare un obiettivo che sarebbe magico. C’è poco da fare: se si vuole entrare nella storia, bisogna vincere».