GAZZETTA DELLO SPORT. Juve interminabile Che Buffon, Ale fa 2-0: -4 dal Milan

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GAZZETTA DELLO SPORT. Juve interminabile Che Buffon, Ale fa 2-0: -4 dal Milan 

L’Inter spaventa i bianconeri, Conte li aggiusta nella ripresa e Caceres apre la breccia decisiva
 
 
 
Era dal ’96 che la Juve non batteva l’Inter in campionato tre volte di fila. In quella striscia ci mise un gol anche Conte, l’allenatore era Lippi, che spesso dava l’impressione di vincere le partite dalla panchina. Ecco, ieri quell’impressione l’ha data Conte, che ha sofferto la miglior Inter dell’anno nel primo tempo, poi ha ridisegnato la Juve e ribaltato la partita. Gol di Caceres e Del Piero, un acquisto e una bandiera, un giovane e un senatore, cioè il mix che ha fatto la fortuna di questa squadra e che l’Inter, al contrario, ha platealmente fallito. Il Milan è avvertito: la Signora non molla. E’ arrivata alla 30ª partita utile consecutiva (29 in questo campionato), ancora una ed eguaglia il record assoluto di casa caduto a cavallo tra le stagioni 2005-06 e 2006-07. Un vittoria sul nemico più ruvido, sprofondato a -18, che ha fatto godere lo Juventus Stadium, fasciato di riferimenti a Calciopoli.  La bella Inter del primo tempo alimenta i rimpianti: fosse stata sempre così vitaminizzata dalle motivazioni e dai giovani avrebbe vissuto un’altra stagione. Nella ripresa è sembrata paga delle bella figura e infatti ha beccato gol per distrazione, poi ha rischiato la figuraccia, anche perché invece dei vecchi, sono usciti i giovani.  E’ uno dei pochi limiti di questa imbattibile Juve: le servono troppe occasioni per mungere un solo gol. Al Milan e a Ibrahimovic ne bastano molte meno. Matri è il cannoniere della Juve: 10 gol in 26 partite. Ibra lo è del Milan: 22 in 23. Qualcosa significa. Senza la magia di Pirlo, spuntata davanti, alla Juve stasera manca anche la grazia di Vucinic, troppo largo, che si schianta a ripetizione contro Maicon. La colpa è anche di De Ceglie che sale poco e non si sovrappone come fa l’ottimo Caceres: suoi i due assist a Matri. A sorpresa più Inter che Juve a metà gara, ma è qui che Conte dimostra, nella partita più calda dell’anno, lucidità da grande. Fuori Matri e Pepe, dentro Bonucci e Del Piero e 3-5-2, con vantaggio doppio: più densità a centrocampo dove l’orgogliosa Inter ha alzato la voce e più spinta sulle fasce, finalmente.  Il vantaggio di Caceres arriva da corner su una dormita alla marsigliese della difesa interista, ma a quel punto la partita è già cambiata per il giro di vite di Conte. Il gol pesa come il Monte Bianco sulla gracile psicologia di questa Inter e la domanda che avevamo lasciato in sospeso (quanto durerà?), ora ha una risposta: birra finita. Qui dovrebbe rispondere Ranieri, ma cosa fa? Al solito toglie i più giovani (Obi e Poli), quelli che, per ragioni di natura, dovrebbero durare di più. Pirlo cresce, la Juve non si ferma più. Dopo l’ennesimo sperpero (Vucinic), il saggio Del Piero insegna come si chiudono le partite e Conte insegna a Ranieri come si gestiscono i vecchi eroi. Conte, forte delle sue gerarchie oneste e di una dirigenza che lo ha blindato, ha tenuto in disparte a lungo il Capitano, ma ne ha conservata la stima e ha ottenuto in cambio due gol pesantissimi (Milan, Inter) in un settimana. L’Inter, ostaggio dei suoi senatori insostituibili, è finita a rotoli.