MAROTTA:”Non volevamo fare polemiche, ma dobbiamo tutelare i nostri tifosi”

MAROTTA:”Non volevamo fare polemiche, ma dobbiamo tutelare i nostri tifosi”

L’amministratore delegato bianconero parla delle polemiche di questi giorni ai microfoni di SKY SPORT

(getty images)

Giuseppe MAROTTA parla ai microfoni di SKY SPORT prima dell’incontro tra Juventus e Catania.

Ecco le sue parole:

E’ arrivato il momento di mettere la parola fine alle polemiche?

Noi non abbiamo voluto assolutamente fare polemiche, Credo che sia, anzi, un modo civile di poter esternare quelle che sono dei sentimenti, delle prese di posizione di tutto rispetto, perché nessuno è incorso in un deferimento . Quindi, in sostanza si significa che le parole spese sono parole che rientrano nella norma. Direi che sono un modo di comunicare trasparente. La componente arbitrale  è una componente che decide, poi, quello che è l’esito finale di una gara. Quindi, voglio dire, criticarli come abbiamo fatto noi, mi pare un modo coerente, propositivo e costruttivo di un confronto. Forse, anche gli altri potrebbero farlo, ma l’importante è che siamo dentro in quelle che sono le norme di disciplina regolamentari.

 

C’è una contro replica a quello che hanno detto Donadoni e Zeman? L’hanno un po’ sorpresa?

Mi hanno sorpreso, perché siamo anche andati a prendere taluni soggetti che, forse, poco c’entravano con questa situazione, ma che da più parti si sono dichiarati più volte, quasi, anti juventini. Quindi, trovano il tempo che trovano. Io sottolineo ancora una volta come noi, con grande senso di responsabilità, abbiamo esternato i nostri sentimenti, che non vanno assolutamente contro la classe arbitrale, a cui va tutto il nostro rispetto, ma è un confronto. Un confronto, forse, verbalmente duro ma, così come l’allenatore agisce in modo critico nei confronti dei giocatori, come voi giornalisti fate giustamente le vostre valutazioni critiche nei confronti dei giocatori, è evidente che anche noi abbiamo il diritto di confrontarci ed esprimere quello che vogliamo. Se questo avviene nei limiti del consentito, parliamo, come ho detto di prima, di qualcosa di propositivo e di costruttivo.

 

Però, le critiche sono state molto dure. Quando lei era alla Sampdoria diceva, con grande eleganza, “non commentiamo” , adesso commenta spesso

Commento spesso perché è il mio ruolo di maggiore responsabilità. Oggi noi rispondiamo a 14 milioni di tifosi, che impegnano risorse economiche, sacrifici, tempo, ed è giusto che questi tifosi vengano tutelati, come devono essere tutelati i calciatori, ma anche gli stessi investimenti che la Juventus fa.

 

Cosa c’entra con gli arbitri?

Siccome l’arbitro è una componente importante, perché non si può solo criticare una squadra se segna o non segna, se l’allenatore bravo o se lo esonerano se non è bravo. Bisogna anche valutare che gli arbitri svolgono, comunque, un ruolo assolutamente importante e determinante. Quindi, qualcuno deve, poi,  anche poter esternare e dire quello che pensa. Siccome non esistono strumenti per poterci confrontare, questo l’ho ribadito a più riprese. Non esiste possibilità di un confronto con la classe arbitrale. Forse, con un confronto più diretta con la classe arbitrale, si potrebbero anche eliminare queste polemiche e, forse, si potrebbe anche imparare qualcosa di più sull’interpretazione e sulle decisioni che gli arbitri nel loro dirigere svolgono. Non mi scandalizzo di questo perché, poi, il rapporto con la classe arbitrale e con gli arbitri è di massima correttezza. Se la meraviglia è quella di vedere un presidente come Agnelli che stringe la mano a Brighi, mi sembra un po’ retorica. Anche quando ero alla Samp quando era necessario lo facevo. Non a caso abbiamo fatte delle esternazioni un po’ dure dopo 22 giornate e quando eravamo in una posizione di classifica di grande privilegio, non lo facciamo tutte le settimane. Poi, mi sembra che buona parte della critica, soprattutto i moviolisti, abbia evidenziato come alcuni episodi siano stati catalogati tra i rigori non dati. Questo significa, comunque, che anche le nostre valutazioni hanno trovato il consenso degli addetti ai lavori. La tensione degli arbitri è pari a quella dell’allenatore che, magari, rischia il posto, è pari a quella del giocatore che, magari, non segna da qualche domenica e, quindi, ha qualche tensione. Con Brighi ci siamo salutati cordialmente e abbiamo dato l’ospitalità che merita un arbitro quando viene a dirigere in questo stadio. Poi, sarà lui a dedcidere.