CORRIERE DELLA SERA. Il pm non ha più dubbi «Lecce-Lazio combinata» Bari, puntate e rabbia ultrà

CORRIERE DELLA SERA. Il pm non ha più dubbi «Lecce-Lazio combinata» Bari, puntate e rabbia ultrà

I giocatori «frenati» dalle ritorsioni dei tifosi

 

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Ecco un estratto dell’articolo del Corriere della Sera odierno:

L’inchiesta sulle scommesse continua (anche se l’avvocato di Alessandro Zamperini, Roberto Ruggiero, si è rivolto alla Cassazione perché secondo lui la Procura di Cremona non è competente) e dalle carte in mano agli investigatori si scoprono nuove storie.
Lecce-Lazio: combine certa
In un passaggio dei nuovi verbali il pm Di Martino afferma che su Lecce-Lazio (2-4) l’inchiesta ha solide certezze. Il magistrato sta interrogando Zamperini quando mette a verbale questo preambolo: «C’è un elemento che possiamo dare quasi per scontato, perché lo acquisiremo attraverso rogatoria internazionale… Noi sappiamo con certezza che Lecce-Lazio è stata oggetto di una combine; sappiamo quanti soldi sono stati dati e quante scommesse sono state puntate». Il concetto viene ribadito dal pm nella richiesta di rogatoria inviata a Budapest il 2 gennaio: «Sono in corso in Ungheria gli interrogatori di Zoltan Kenesej e Gabor Horvath: quest’ultimo ha collaborato e ha reso dichiarazioni su Lecce-Lazio (…) Horvath avrebbe riferito anche il quantitativo di denaro versato ai giocatori del Lecce». Le dichiarazioni del «pentito» ungherese rilasciate in patria sono molto circostanziate. In particolare «ha indicato come persone coinvolte Lazslo Shultz e Gabor Borgulya», la cui presenza «è stata rinvenuta a Lecce, in occasione della partita».
Al telefono con l’Ungheria
Sul filone ungherese, c’è una strana coincidenza che emerge dall’analisi delle telefonate degli indagati italiani: tutti (o quasi) chiamano gli stessi numeri ungheresi. Alcune di queste utenze erano in uso a soggetti coinvolti nel giro scommesse (Shultz, Kenesej, Lazar, Strasser), le altre sono sconosciute. Le telefonate (numerose) arrivano da Mauro Bressan, dall’esponente degli «zingari» Almir Gegic, addirittura dal grande capo dell’organizzazione Tan Seet Eng (a Singapore) e anche (tre a testa) da Beppe Signori e Stefano Bettarini.
Ilievsky «alla Moggi»
Telefoni bollenti. Ad Alessandro Zamperini si contano 100 mila contatti telefonici in meno di tre anni, di cui più di mille verso Mauri. Fin qui, niente di grave. Più sospetto quando l’esponente degli zingari, Ilievsky, in stile Moggi invita il giocatore a usare un telefono «segreto»: «Mi diceva che con questo potevamo parlare (…) Quindi mi faceva degli squilli sul mio perché voleva che andassi sull’altro telefono. Oppure mi scriveva ‘‘come in”. Ma il telefono che mi ha dato lui aveva programmi particolari… e non funzionava mai».

Bari tra due fuochi
Le intercettazioni tra Antonio Bellavista, ex capitano del Bari, e il factotum Angelo Iacovelli descrivono un ambiente inquinato, con i giocatori presi tra due fuochi: da una parte le tentazioni (o i desideri) di vendere le partite, dall’altra le contestazioni dei tifosi. Il «parigino» citato da Iacovelli è il capo degli ultrà, Alberto Savarese. I tifosi arrabbiati sono un problema per le combine: perdere è rischioso. Iacovelli relaziona sugli umori della piazza: «Oggi è tranquillo, però la caccia è domani». Gli stipendi non pagati invece sono un bell’incentivo. Infatti Bellavista si accerta: «Dicono che là non lo stanno pagando, è vero?». Poi però si sente tranquillo: «Si è convinto anche lui». Secondo gli investigatori questo lui è Andrea Masiello. Fatto che sarebbe confermato da un invito a cena che Bellavista vuole estendere «ad Andrea». Bellavista chiede conferma a Iacovelli sulle decisioni («Cosa ha detto Andrea?»), Angelino non ha certezze («Non ho potuto parlare… Non mi ha dato tanta soddisfazione»), però poi assicura: «È convinto». Resta da capire chi sia il «direttore» che contatta Bellavista. Non è finita: negli interrogatori alla Procura di Bari sia Masiello che Iacovelli hanno riconosciuto in foto tre pregiudicati, esponenti di un giro locale di scommettitori.
La lettera anonima
I primi giorni di gennaio al quotidiano La nuova Venezia arriva un biglietto di auguri. Dentro, c’è un messaggio inconsueto: «Sono un ex calciatore del Siena. Gervasoni durante la partita Siena-Piacenza ci pagò perché vendessimo la partita (solo nel secondo tempo) 2-3».