GAZZETTA DELLO SPORT. Cassano nega. A confronto con Doni e Gervasoni

GAZZETTA DELLO SPORT. Cassano nega. A confronto con Doni e Gervasoni

(getty images)

Il portiere che aveva fame, come disse Massimo Erodiani in una ormai celebre intercettazione, ieri dopo l’interrogatorio di garanzia non dovrebbe avere avuto anche sete. Mario Cassano ha parlato soltanto un’ora, niente gola secca, quindi. E, alla fine, il gip Guido Salvini e il pm Roberto Di Martino non hanno fatto le capriole per la gioia. «Dire che è stato poco collaborativo è un eufemismo, è stato al di sotto del minimo sindacale», si è lasciato scappare il pm. Cassano ha accettato la richiesta di Di Martino di avere presto un confronto, davanti ai magistrati, con i due accusatori, Gervasoni e Doni, come riporta La Gazzetta dello Sport.

Il portiere è accusato di avere ricevuto dagli Zingari 20 mila euro per l’Over di Siena-Piacenza, di avere contribuito ad alterare AlbinoLeffe-Piacenza 3-3 e Atalanta-Piacenza 3-0 e di avere saputo della manipolazione di Piacenza-Mantova del 2009 («Ma io quella partita neppure l’ho giocata, ero squalificato», si è difeso).

E sempre su quella gara, e sul famoso rigore da tirare centrale, il difensore di Cassano fa presente che le dichiarazioni di Gervasoni e Doni sono in contrasto tra loro. L’ex capitano atalantino rivelò infatti che fu Cassano, in campo, a dirgli dove tirare, mentre Gervasoni diede una versione leggermente diversa, questa: «Cassano mi invitò a dire a Doni che, qualora ci fosse stato un rigore a favore dell’Atalanta, l’avrebbe dovuto tirare centrale. Effettivamente, sempre in zona spogliatoio, e comunque prima della partita, io incontrai nuovamente Doni riportandogli quello che mi aveva detto Cassano».

Cassano e il suo legale sono convinti che soprattutto Gervasoni e Doni, «duramente provati dalla custodia cautelare», abbiamo deciso di coinvolgere il portiere per potere tornare a casa. Cassano vittima, dunque. Ma alla Procura di Cremona non ci crede nessuno.