GAZZETTA DELLO SPORT. Preziosi si ribella: «Fanno i padroni, ma sono il male»

Una sintesi dell’articolo de ” La Gazzetta dello Sport”. «Voglio in galera quelle persone. Non possiamo essere ostaggio di 60 delinquenti»

(GETTY IMAGES)

 

«Ora devo riflettere sulle cose che ho visto». Enrico Preziosi apre un buco nell’animo di tanti tifosi del Genoa. Passa tra loro e si sente incoraggiare, ma non risponde. Va avanti a passo spedito. Le sue frasi però si riferiscono soprattutto al lato puramente sportivo della vicenda. Lui non lascia il Genoa, non si disimpegna. Pensa a reagire sul campo, cambia tecnico, porta la squadra in ritiro. Cerca i punti che servono per restare in Serie A. Da ora in poi il rapporto tra lui e gli ultrà del Genoa non potrà più essere lo stesso, anzi non potrà più esserci: “Per me non esistono più, pensano di essere i padroni del Genoa e invece sono il male di questa società”. Il presidente si schiera contro la frangia più calda della tifoseria, una rarità nel calcio italiano: “Ora voglio in galera le persone che tutti hanno visto in faccia. Non possiamo subire così la loro violenza, essere ostaggi di 60-80 delinquenti, personaggi che lanciano fumogeni e bombe carta, che spaventano i bambini, che prevaricano tutti gli altri 20 mila. Ma i 44 milioni di euro in due anni per ripianare non li hanno messi loro. Vogliono distinguersi, essere unici, non sono niente. Dovrebbero sostenerci nelle difficoltà, quando si cade ci si rialza e si riparte, invece rischiavano di farci penalizzare, visto che non sanno le cose e non volevano farci completare la partita. Avremo un multa, sicura, e pure la squalifica del campo, ma quest’ultima forse è un vantaggio. Giocare qui diventa difficile, anzi andremo subito via da Genova anche per allenarci. Penso ai tifosi veri, a quelli che hanno fischiato i miei contestatori. Soffrivano per la sconfitta, erano delusi, ma mai violenti. Sono i primi ad essere prevaricati dai teppisti”. “Non si può organizzare una partita così, anche sapendo dei rischi che potevano esserci. C’erano pochi poliziotti e ci hanno lasciati ostaggi dei tifosi. Ho dovuto far umiliare la squadra e per fortuna Sculli alla fine ha fatto loro capire a cosa andavamo incontro, ma non tutti sono Sculli. Pensate a Granqvist, uno svedese, chissà cosa deve aver pensato e con che stato d’animo giocherà ancora. In campo la polizia è stata disponibilissima, ma la situazione era già compromessa”.