Italia, Buffon: “Bisogna essere convincenti. Neuer? Il migliore”

Gianluigi Buffon (getty images) SN.eu
Gianluigi Buffon (getty images) SN.eu

NOTIZIE ITALIA – Alla vigilia della delicata sfida contro la Germania il portiere e capitano della Nazionale, Gigi Buffon, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa.

Neuer migliore di te?
Sì, ho detto che è migliore di me, perché alla fine può essere vero. Non è un qualcosa che mi tocca o svilisce quel che sono io. Penso di sapere benissimo ciò che sono stato, ciò che sono ora e quello che sarò nei prossimi due anni. Mi fa stare molto sereno. Sarebbe offensivo paragonarlo a un portiere di 38 anni, mi sembra normale dare questo tipo di risposta, essere carino nei suoi confronti, sta dimostrando di essere un portiere stupendo sotto tutti i punti di vista“.

L’essere bravi?
Finora lo siamo stati, ora vogliamo esserlo in maniera ancora più convincente. Tocca migliorarsi ancora per avere delle possibilità di andare avanti e continuare a sognare, oddio, vedendo la squadra che incontriamo sappiamo tutti che sarà dura, la fatica e il sudore, lo strapazzo fisico ed emotivo sarà portato all’esasperazione. Lo sappiamo, è già un indice importante per affrontare la gara“.

State incontrando sempre attaccanti che hanno giocato in Italia.
Il fatto di conoscere Ibrahimovic, Morata e ora Gomez, certo può aiutare. Però quando il pacchetto offensivo, al di là di una punta o una seconda, oppure ancora trequartista, dipende da troppi giocatori e variabili… qui il valore è eccelso, e anche se gli altri giocatori non hanno mai giocato in Italia li abbiamo già affrontati spesso e volentieri. C’è una certa conoscenza, ma alcune volte non basta solo quello per arginare la bontà del loro talento e delle giocate. Sicuro aiuta, almeno in parte“.

Come è andata la vigilia?
Sono tre differenti, nel 2006 è stata accompagnata da maggior ansia, semifinale di un mondiale, eravamo in trasferta contro i padroni di casa. Avevamo in più la responsabilità di un riscatto sociale che volevamo regalare ai nostri emigrati. Ciò aveva influito a rendere ancora più tesa questa gara. Nel 2012 partivamo sfavoriti e sapevamo che c’era bisogno di un qualcosa di speciale per guadagnarci la finale, sicuramente ci sono parecchie analogie con l’ultimo Europeo. Il divario si è accentuato, sulla carta, avendo loro vinto un Mondiale nel frattempo“.

La convinzione?
Quando arrivi a metà di un percorso importante, come un Mondiale o un Europeo, dove nel frattempo hai già battuto Belgio, Svezia e Spagna, è sicuramente maggiore. Lo fai con una consapevolezza diversa, è una chiave di lettura che non deve sfuggire a nessuno. Il presente è sempre diverso, va vissuto, sul momento vanno trovare le soluzioni“.