Inter, Icardi: “L’anno prossimo vogliamo andare in Champions”

Mauro Icardi, attaccante dell'Inter
Mauro Icardi, attaccante dell’Inter (getty images)

NOTIZIE INTER – Protagonista di una buona stagione, Mauro Icardi non sembra intenzionato a lasciare l’Inter e anzi pensa già al futuro. A spiegarlo è stato oggi lui stesso, ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, ecco le sue parole: “Ci ha fregato gennaio e da lì in poi ci è mancata la cattiveria che ti fa dire “Dai, ce la possiamo fare”. Certi errori dovevano già servirci per questo finale di stagione, che non sarà da buttare solo se servirà per non sbagliare di nuovo, la prossima. Cioè se quella che giocheremo sarà l’ultima Europa League: aspettando ancora la Champions, ma non aspettandola e basta”.

Paura di farsi male: “Ma quella non è paura, è ‘rispetto’ di ciò che può succedere da un momento all’altro. E, riguardasse solo me, potrei dire di non aver timore nemmeno della morte: se muori, muori, e quando arriva è già tutto finito. Il fatto è che non riguarderebbe solo me e ogni volta che sento di tragedie, incidenti o aerei che cadono, ho paura sì: di lasciare la famiglia troppo presto”.

Il rapporto con i social: “Oggi quasi tutti hanno almeno un profilo, ma io li uso da molto prima e non come tanti, che nascondendosi dietro l’anonimato si divertono a giudicare. Tanto giudicare è gratis, si può far diventare bad boy anche il ragazzo più semplice del mondo, come credo di essere nelle cose essenziali: chi mi guarda e mi conosce per quello che faccio in campo, così può vedere anche chi sono e come vivo fuori da lì, perché io mica vivo dentro il campo. Ecco perché non mi pento di nulla, nemmeno di mettere foto dei miei figli, compresi quelli di Maxi: vivo con loro 365 giorni all’anno, anche loro sono la mia vita. E poi è inutile fare i finti puristi, è anche una questione di lavoro: quando devi firmare un contratto pubblicitario ormai la prima domanda che ti fanno è sempre quella, ‘Hai un profilo?’. Sei un personaggio pubblico, in un certo senso sei di tutti”.

La pubalgia: “Sai come viene, non sai quando se ne andrà. Non riesci a calciare un pallone nemmeno ad un metro. A me venne per una serie di tiri a fine allenamento, mi scivolò il piede e mi stirai un muscolo intercostale: iniziai a dormire male, a camminare male, si infiammò il pube e come se non bastasse mi toccava anche sentire cazzate tipo che dipendeva dal troppo sesso con Wanda. Mi sarei dovuto fermare subito, ma a me non piace stare fermo. Accorgermi di non riuscire a dare nulla a quei tifosi che quell’estate mi avevano accolto come un re non era un bel pensiero. Molto peggio che decidere di lasciare il Barcellona: anche oggi non lo vedo chissà qualche buco nero della mia carriera. Non è la fine del mondo. Me ne sono andato con il sorriso, come sempre quando sono io che scelgo”.