Sampdoria: Eto’o querela Ferrero: “Patti non rispettati”

Samuel Eto'o, ai tempi della Sampdoria
Samuel Eto’o, ai tempi della Sampdoria (getty images)

NOTIZIE SAMPDORIA – Continua la, lunghissima, querelle tra Samuel Eto’o e la Sampdoria. Centro del contendere il mancato tesseramento da parte dei blucerchiati di  Fabrice Olinga, il calciatore camerunense voluto fortemente dallo stesso Eto’o per trasferirsi in blucerchiato e che invece è stato girato in prestito all’Apollon Limassol con la promessa, almeno secondo Eto’o, che a pagarne lo stipendio fosse la Sampdoria stessa, che invece non ha sborsato un centesimo. Ecco le parole di Eto’o sulla questione: “Chiedo solo al presidente Massimo Ferrero e al suo avvocato Romei, a cui ho dato molta fiducia, di fare il giusto. Spero che tutti i messaggi belli che ricevo dal presidente siano dimostrati con i fatti. Ho sempre creduto e credo ancora al presidente, voglio che lui risolva la situazione, specialmente per la grande squadra che è la Sampdoria. E spero che queste cose non accadano più nel calcio”.

Così invece il legale del giocatore: “Ci sono stati comportamenti di natura vessatoria, violazione dei diritti e della dignità del calciatore. Anche l’Apollon ha depositato un esposto presso la Fifa. Riteniamo di procedere davanti alle autorità competenti in sede di giustizia sportiva e, se del caso, davanti alla giustizia ordinaria. Anche se i tempi si sono protratti, mi auguro nell’interesse delle parti che si possa raggiungere ancora un accordo e trovare una via per ristabilire la serenità di Olinga e risarcire i danni sofferti anche da Eto’o”.

Così invece sul calcio italiano e in particolare sull’esperienza all’Inter: “Al calcio italiano mancano le persone come Moratti. Ferrero il migliore? Mai detto: mi è stato chiesto chi fosse stato il mio presidente più simpatico e divertente, e ho detto Ferrero. Ma fra i miei presidenti, Moratti è stato un vero uomo, un papà, per me e per tutti i calciatori. In quell’Inter eravamo una squadra di uomini. Dopo tutto quello che abbiamo vinto dobbiamo dare tempo all’Inter di ricostruire. Ho avuto la grande fortuna di lavorare con Moratti, quando abbiamo vinto il Mondiale per club fece un discorso che mi ha emozionato molto. Se veramente vuole rientrare nel calcio, anche io mi metterò in ginocchio davanti a lui per chiedergli di rientrare”.

Il futuro da allenatore: “All’Inter? Un giorno mi piacerebbe. Non so se sarà al Barcellona, all’Inter o in un altro club: quello che posso dire è che quando comincerò ad allenare vincerò come ho fatto da giocatore”.