Paris Saint Germain. Sirigu: “In questo momento non tornerei in Italia”

(getty images)
(getty images)

NOTIZIE PARIS SAINT GERMAIN – Continua il momento magico di Salvatore Sirigu tra i pali del Paris Saint Germain. Il portiere italiano si confida ai microfoni del Corriere della Sera sulla sua esperienza in Francia ma anche su un possibile ritorno in Serie A: “L’Italia è in un momento difficile ma è comunque un campionato molto seguito e secondo me tornerà in poco tempo al top. Un mio ritorno? Mai dire mai, in questo momento no perchè sto crescendo insieme alle ambizioni della mia squadra. Tornerei per piacere, non certo per esigenza. La sfida con il Barcellona? La vittoria contro il Chelsea ci ha detto che possiamo essere forti anche nei momenti di difficoltà, ma con il Barcellona si ricomincia da capo. Ibrahimovic? Era dispiaciuto per il cartellino rosso preso a Londra. Però gli abbiamo dato la possibilità di rifarsi. Juventus? C’è il rischio che la Juve possa sottovalutarli facendo lo stesso nostro errore in campionato. Se sono lì è perchè lo meritano. I bianconeri dovranno giocare come se sulle maglie del Monaco, ci fosse scritto anche Bayern“.

Il portiere parla anche della sua esperienza in Nazionale: “Se ripenso alla partita con l’Inghilterra, avevo dolori dappertutto prima di iniziare, ma dopo 5 minuti svanì tutto. Il fatto che nonostante Buffon fosse in dubbio,non sia mai stato percepito un problema portiere, è stata una grande soddisfazione. Ho preparato il Mondiale come se dovessi giocare e ciò è stato fondamentale. Buffon? Sta vivendo un’altra fase della sua carriera visto che per il nostro ruolo a volte l’esperienza fa la differenza. Si tiene molto bene. Gli ho detto di continuare fino a quando se la sente. Se sono pronto a prendere il suo posto? Ho l’esperienza e le partite per poter dare una mano. Non vado in panico. Come contro la Bulgaria, gioco al massimo delle mie forze. Perchè ho scelto di fare il portiere? “Colpa” delle mie mani. Erano molto grandi e l’allenatore decise di mettermi in porta e la cosa non dispiaceva nemmeno a mia mamma, preoccupata per la mia “asma. Il trasferimento a Parigi? La società è cresciuta in modo fulmineo ed esponenziale. Non è facile crescere cosi in fretta, ma le potenzialità sono tali da poter ambire al top, con la consapevolezza che le cose non si ottengono facilmente. All’inizio io e Verratti ci sentivamo un pò penalizzati dalla critica italiana, ma crescendo cosi tanto il PSG, adesso non è più cosi“.