Roma. De Rossi: “Vogliamo riprendere la Juve, contro il Milan non sarà facile”

Il centrocampista della Roma si è concesso ai microfoni di Roma Channel per una lunghissima intervista, queste le sue parole…

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NOTIZIE ROMA – Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, è il protagonista dell’esclusiva settimanale di Roma Channel. Ecco le sue parole:

Come stai vivendo questo momento?
Sto bene, sto bene moralmente, perché stiamo vivendo una stagione importante, piacevole, entusiasmante. Fisicamente non è sicuramente il miglior momento di forma della stagione, ho questo problema che ormai tutti quanti conoscono all’alluce del piede sinistro che mi porto avanti da un mesetto. E’ una cosa che sicuramente andrò a risolvere in breve tempo, anche con l’aiuto di queste piccole vacanze invernali, un po’ di riposo, serve solo quello, non c’è bisogno di cercare nulla di particolare.

Nessun problema contro il Milan?
Continuerò come ho fatto fino ad ora, a giocare ed allenarmi. Il problema era che facevo anche un po’ di fatica ad allenarmi, qualche aiuto di antidolorifico per la partita e riusciamo a giocare quasi come se niente fosse.

Cosa ha significato il gol a Livorno per te e per la squadra?

Io lì già mi sentivo un altro tra virgolette, è stato un’estate particolare per me, lo sanno anche i sassi. Era un momento particolare perché io non mi sentivo quasi più quello che ero per i tifosi, per la gente, per i miei compagni, era un momento difficile. Facemmo un’amichevole a Terni, forse è la prima volta che lo dico pubblicamente, l’ho detto solo alle persone più care e a cui voglio bene, mi trovai in difficoltà prima della partita, non mi sentivo quasi a mio agio, non sapevo perché andavo a giocare, pensavo che quello che era successo due mesi prima, fosse impossibile da cancellare, a livello di statistica, a livello di albo d’oro. Le cose si riconquistano soprattutto se hai un passato importante, quel gol a Livorno, oltre ad essere importante per il nostro inizio, perché era importante iniziare con una vittoria, fu una bella spinta anche per me, nonostante quel giorno fossi già stradeciso riguardo il mio futuro e straconvinto di quello che si andava ad affrontare. Non pensavo di vincerle tutte inizialmente, non pensavo di fare così bene, ma avevo già inquadrato, e penso che sia una mia dote inquadrare presto le persone, i miei compagni e soprattutto il mio allenatore.

Ti dà fastidio che De Rossi vada riscoperto?

Questa è una città che tende a gonfiare un po’ tutto, quando vai bene ti fanno passare per un supereroe, poi dobbiamo accettare che quando fai una stagione sbagliata diventano quattro stagioni sbagliate, una partita sbagliata diventanto tre, poi sei, poi dieci e poi una stagione. Avrei avuto problemi con cinque allenatori, è un po’ un giochetto che viene automatico quando una città come questa vive di calcio e di pallone, il pallone è bello, ma anche brutto per questo motivo: ne possono parlare tutti. Il pallone è di tutti e quindi parla gente che sa di cosa sta parlando, parla tanta gente, a volte tanta gente che conosce il calcio fa fatica a rientrarci, a lavorarci dentro al calcio, fa fatica a trovare qualcosa anche dopo aver fatto anni e anni di carriera e invece magari viene dato tanto risalto a gente parla di calcio dalla mattina alla sera in televisone o nelle radio, magari che fa anche calcio in campo, e che non sa neanche come è fatto un pallone, che non ha mai toccato un pallone, che parla per interessi o per poca cognizione e conoscenza, però qui andiamo a sforare in un problema che è di tutti. Ci saranno dappertutto persone che non sanno quello che dicono, persone che non ti ameranno e che cercheranno di sceditarti per quello che fai, poi sta a te, in questo caso a me, giudicare con onestà il mio operato, quello che ho fatto in questi anni, quello che ho fatto l’anno scorso, quello che ho fatto due anni fa, io custodisco gelosamente i miei insuccessi, le mie stagioni negative, che secondo me sono molto poche, ma che ci sono state e sicuramente cose sulle quali lavorare e migliorare.

Cosa è cambiato dal 26 maggio? Vi ha dato una spinta?
Le differenze sono evidenti, basta guardare la classifica e quello che stiamo facendo, tanti che sono protagonisti quest’anno non c’erano, ma è stata una spinta, quello che si è creato è anche figlio di quella partita, hai preso materiale umano troppo importante, giocatori che hanno vinto, con mentalità importante, poi abbiamo preso uno dei migliori allenatori da prendere, forse il miglior tecnico da scegliere, il migliore che ho mai avuto a gestire il gruppo. E’ stato l’allenatore perfetto per uno dei momenti più bassi della nostra storia, serviva il suo carisma, si vedeva già dall’America il clima che si era creato, le respiri quelle cose, non affronti una stagione svaccando come negli anni passati, si vedeva già da li.

Ti ricorda Capello come autorevolezza?
I record e i numeri gli hanno avvicinati molto, per un motivo anagrafico non possono essere molto simili. Capello è stato l’esempio, Capello è un fenomeno, è una persona leale, un allenatore fortissimo, Garcia ha queste qualità, ma anche per l’età è più vicino ai giocatori, giocherellone, ma Capello era più rigido. Rudi Garcia è più scherzoso ed attaccato al gruppo.

Quali sono i vostri obiettivi? Potete lottare fino alla fine con la Juventus?
Gli obiettivi sono chiari da inizio anno, non ho mai creduto a chi diceva che si doveva tornare in europa, il nostro obiettivo era la Champions, per come stiamo adesso dobbiamo continuare a vincere le partite, se domani ci fosse Juventus-Napoli tiferei il Napoli, non guardo chi sta dietro quando la Juve, una squadra di fenomeni, dista solo tre punti, vogliamo riprendere la Juve, tutti dopo la decima vittoria eravamo carichi e pronti per il Torino, il momento non è finito, si è interrotto, abbiamo trovato portieri che si sono inventati partite della vita, poi decisioni arbitrali sfortunate, il rigore di Pjanic a Torino, e un rigore con l’Atalanta, non ci hanno danneggiato, ma chi ci è davanti è stata fortunata e ha avuto degli episodi favorevoli, che si pareggiano a fine anno.

Pensate alle diffide?
Non ci pensiamo, ma sappiamo che dobbiamo gestirle, soprattutto chi gioca nello stesso ruolo, il campionato non finisce a Torino, la partita con la Juve è attesa, ma il campionato non può finire lì, dobbiamo andare lì e affrontarla al meglio, con massimo tre punti di differenza.

Il Milan con Balotelli e Kakà?
Il Milan di qualche anno fa era travolgente, vinceva a ripetizione, era un altro Milan, ora è diverso, ma non siamo fortunati ad incontrarlo adesso, è una partita difficile, molto più di quanto poteva essere un mese fa.