F1. Domenicali: “Il problema della Ferrari non sono io”

Il Team Principal della Ferrari ha risposto così alle critiche…

(Getty Images)
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NOTIZIE F1 – Stefano Domenicali, Team Principal della Ferrari, in un’intervista al quotidiano spagnolo “As“, risponde così alle critiche che lo hanno toccato nell’ennesima stagione magra della scuderia rossa:

«Il problema della Ferrari non sono io. Sono due i fattori principali. Il primo è che all’inizio della stagione avevamo una monoposto che non era competitiva in qualifica ma molto buona nel passo gara. Il momento clou è stato a Montmelò, dove le Mercedes hanno conquistato la prima fila e noi abbiamo vinto con oltre un minuto di vantaggio su Rosberg e doppiando Hamilton. Il problema è che non abbiamo potuto sviluppare la macchina costantemente perchè purtroppo in alcuni casi, come a Silverstone o in Germania, abbiamo avuto aggiornamenti che invece di migliorare la macchina l’hanno peggiorata», evidenzia Domenicali, prima di passare al secondo problema. «Il cambio nella tipologia delle gomme. Non siamo stati capaci di sfruttare la nostra migliore caratteristica, cioè la competitività sul passo gara».

IL RAMMARICO«Il rammarico di quest’anno – dice – è avere perso punti nella prima parte della stagione perchè avremmo potuto fare di più. E poi non avere migliorato la macchina come mi aspettavo e come avevo chiesto ai miei tecnici».

LA SVOLTA, IL PROSSIMO ANNO – «Avendo completato l’organigramma con un grande direttore tecnico come James Allison e un tecnico come Pat Fry, sono sicuro che avremo tutto quello che serve per fare bene. Non avremmo ricevuto tante critiche se avessimo vinto l’anno scorso, che è stato straordinario nonostante non avessimo la macchina più veloce».

“IO CAPO ESPIATORIO?” – «Nel calcio quando non si vince si cambia l’allenatore? Questo non è il caso della Ferrari. Non è che se si manda via Domenicali da domani si vince. È chiaro che il mio capo può farlo e io sarei sempre grato alla Ferrari. Ma in Italia c’è un detto: quando si lascia la strada vecchia, le altre possono essere peggiori. La mia dedizione è totale. Sappiamo che possiamo essere sostituiti ma qui non funziona come nel calcio. Non si vince il campionato comprando un difensore o un attaccante, non è questa la chiave del successo in F1. C’erano altre aspettative con l’arrivo di Alonso? La scarsa razionalità degli italiani e degli spagnoli, che antepongono la passione. Quante volte ho letto in passato che bisognava cambiare Felipe (Massa, ndr). E ora leggo che Felipe deve rimanere. Ci vuole un pò di razionalità».

“MAI PENSATO DI DIRE ADDIO” – «Sono nato in Ferrari, mi ha dato tanto come io ho dato tanto a questa famiglia. Si fa tutto per passione e anche ora vado avanti per dimostrare a tutti coloro che provano piacere ad offendermi che non capiscono niente e che prima o poi arriverà il mio momento».