Lutto. Il Brasile piange Gilmar, portiere di due Mondiali

Il portiere era una leggenda per la nazionale verdeoro…

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Notizie Calcio – Gli idoli di un tempo stanno pian piano scomparendo e un’ombra di malinconia invade il Brasile che ama il calcio, in pratica l’intera nazione, nonostante la recente ubriacatura della Confederations Cup e l’attesa entusiastica dei Mondiali. Dopo Djalma Santos, morto nel luglio scorso, è l’ora dell’addio per altre due icone della nazionale verdeoro, in poche ore: ieri il terzino Nilton de Sordi, oggi il leggendario portiere Gilmar, componenti della squadra che conquistò il Mondiale del 1958 in Svezia e che aveva come altre stelle Pelè, Garrincha, Didì Vavà e Zagallo. “Il calcio brasiliano è in lutto“, ha detto la presidente Dilma Rousseff, esprimendo i sentimenti del Paese in un messaggio di condoglianze per i due campioni scomparsi. Non stava bene da tempo, Gilmar, deceduto a 83 anni in ospedale a San Paolo dopo un infarto che lo aveva colpiti pochi giorni fa. Un ictus subito nel 2000, quando non aveva ancora 70 anni, lo aveva menomato ma nessuno si era mai dimenticato di quel portiere che per decenni fu considerato l’unico numero 1 degno di questo nome in una nazionale che per tradizione si guardava ben poco alle spalle. Centroquattro presenze in Selecao, solo 16 sconfitte, e soprattutto l’unico portiere ad aver mai vinto due mondiali. Ebbe una lunga carriera, quasi ventennale, prima al Corinthians (1951-1961) e poi al Santos (1962-1969), vincendo tutto, fra cui otto campionati paulisti, cinque tornei Rio-San Paolo, due 2 coppe intercontinentali e due coppe Libertadores. In nazionale la sua carriera fu ancor più fulgida e lo portò a fregiarsi di due titoli mondiali, nel 1958 e nel 1962. In Svezia, quando i verdeoro conquistarono il primo Mondiale della loro storia, Gilmar ebbe un ruolo decisivo, rimanendo imbattuto fino alla semifinale con la Francia. Fu ancora lui a difendere la porta del Brasile quattro anni dopo in Cile, alzando la coppa al cielo per la seconda volta, e nel 1966 in Gran Bretagna. Chiusa la carriera, Gilmar divenne imprenditore e solo nel 1983 tornò ad occuparsi di football, invitato dalla federcalcio ad assumere la supervisione della nazionale maggiore, ma l’impegno durò soltanto un anno. Nel 1958, uno dei «centurioni» del portiere era il terzino destro Nilton De Sordi, giocatore del Sao Paulo, morto l’altro ieri a 82 anni e da tempo minato dal morbo di Parkinson. De Sordi fu titolare in tutti gli incontri del Mondiale svedese, ma fu costretto a saltare la finale con la Svezia per infortunio. Ora il Brasile piange, con lui, anche il mito di una nazionale che sta scomparendo