JUVENTUS. NEDVED: “CONTE non si muoverà da qui. IBRA? Mi piacerebbe riprenderlo” (VIDEO)

Il dirigente sportivo della Juventus è stato ospite al programma “Undici” su Mediaset…

NEDVED a Undici

NOTIZIE JUVENTUS – Il dirigente sportivo della Juventus, Pavel Nedved, è stato ospite questa sera al programma “Undici” su Mediaset, toccando vari argomenti. Ecco le sue dichiarazioni integrali:

Ti assomiglia questa Juventus? “Assolutamente si, ho rivissuto delle emozioni ieri allo stadio molto forti. E’ un momento positivo per noi, ieri si è rivista tutta la Juve, la Juve di Antonio Conte”.

Come si insegna questa mentalità vincente? “Si trasmette. Sono stato scelto dal presidente per trasmettere queste cose. Siamo stati fortunati perché abbiamo potuto scegliere insieme di portare a Torino Antonio Conte. Lui rispecchia tutto quello che volevamo nella Juve, forza, grinta. Volevamo riportare quello che c’era tempo fa e siamo tutti contenti”.

Ti aspettavi Conte così bravo? “Devo dire che l’ho vissuto da giocatore e nel campo quando giocava dietro di me a centrocampo mi diceva quando dovevo uscire, quando no. Mi dava tanti consigli già in campo. In panchina pero mi ha sorpreso. Farà sicuramente tanta strada”.

E’ dura non giocare? “Non so se sarei in grado di scendere in campo, il fisico non è come quello di prima. Di voglia ce ne sarebbe, di sicuro”.

L’esultanza di ieri come il gol a Piacenza nel 2002? “Me lo ricordo eccome, era una partita molto sofferta tipo quella di ieri. Sono riuscito a sbloccarla un pochino prima di Giaccherini. L’emozione è stata simile, è uno di quei gol che conta tantissimo che alla fine ti porta a vincere”.

Su Pogba – “Sapevamo di questo ragazzo, io sono molto in contatto con Mino Raiola. La società è stata comunque molto brava a prenderlo, la prima volta che l’ho visto ho detto subito che poteva diventare uno molto forte. Un ragazzo di 19 anni, con questa personalità, in un centrocampo come quello della Juve, oggi se ne vedono pochissimi. Forse è l’unico”.

Vidal quasi un Nedved per fisico e temperamento? “Quando lo abbiamo preso lo sapevamo che era un giocatore forte e importante, quando non si gioca si sente. Barzagli? Giocatore incredibile, uno dei più forti difensori centrali al mondo, non ce ne sono come lui, con il suo rendimento. Non sbaglia mai una palla, è un fuoriclasse”.

Sul famoso Top Player? E’ stata una scelta di non spendere per un grande attaccante? Oppure non si poteva? “Credo che non ce n’è stata occasione. Con i nostri attaccanti, facciamo un certo tipo di gioco. Conte sfrutta i nostri attaccanti in modo perfetto. Sappiamo dove migliorare, lo vogliamo fare nel momento giusto anche perché per comprarne uno migliore dei nostri, è difficile e bisogna spendere parecchio”.

Su Amauri? Cosa non ha funzionato nella Juve, la testa? “Può darsi che non aveva la testa per giocare qui. Ieri ho rivisto l’Amauri che conoscevo, che entrava in campo con me. Era uno dei più forti e ieri è tornato quello vero”.

Conte lontano dalla Juve? “Siamo tranquilli, finché ci sono io, Conte non lo lascio andare via. Per noi è un valore aggiunto. Finché vuole stare con noi, starà con noi”.

Su Ibrahimovic – “Se mi piacerebbe riportarlo alla Juve? Si, non lo nascondo. Lo considero all’altezza di C.Ronaldo e Messi. E’ uno che ti migliora la squadra, uno che gioca da solo e la migliora, chi non lo vorrebbe in squadra”.

Sull’Harlem Shake della Juventus – “E’ una cosa divertente e nuova per i giovani. Io non mi  dovrei neanche mascherare per fare il video! (ride)”.

Ci hai mai pensato alla carriera da allenatore? “Non lo so, dopo il ritiro non volevo neanche rientrare nel calcio. Volevo prendermi qualche anno sabbatico, poi non potevo dire di no ad un grande amico come Andrea Agnelli. Sono rientrato e sono felice della scelta che ho fatto, mi fa vivere delle emozioni come da calciatore”.

Sul 6 gennaio 2004 e sul Pallone d’Oro – “Ho presentato il Pallone d’Oro al mio pubblico, è stato anche pesante fare un giro di campo con quel Pallone. L’unica cosa che ho fatto bene in quella partita è quel tiro al volo che mi riusciva bene ogni tanto. E’ stata una giornata incredibile.

Che bambino eri? “Non mi fermavo mai, giocavo dal mattino alla sera, a volte mi presentavo a casa solo la sera sporco dalle battaglie in campo”.

Sulla finale dell’Europeo nel ’96 – “Purtroppo siamo stati sconfitti in finale con la Germania 2-1 ai Golden Gol, mi ricordo che c’era anche un arbitro italiano, mi pare Pairetto. Ci segnò Bierhoff. Se mi ha cambiato la vita quell’Europeo? Si, devo dire di si”.

Ti piace Zeman? “Sarò sempre grato mi ha dato la possibilità di giocare in Italia. Avevo molta paura di venire, lo ritenevo un campionato molto difficile per me. Mi convinse di accettare la Lazio. Ti piace come allenatore? C’ha le sue idee e da li non si sposta di una virgola. Fa un calcio molto difficile su livello fisico e anche tattico. E’ difficile alla lunga vincere, ma chi ama lo spettacolo, si diverte. Agli attaccanti piace perché segnano molto, sicuramente si divertono meno i difensori dietro che prendono molti gol”.

Sulla finale di Coppa delle Coppe con la Lazio – “Era l’ultima Coppa delle Coppe e ho segnato l’ultimo gol. Segnammo io e Vieri. Fu una partita molto sofferta perché rientravo da un infortunio. Eriksson mi diede la possibilità di giocare e fui felice”.

Sulla Lazio – “Tanti laziali pensano che l’ho dimenticata, mentre la verità è diversa. Dove ho giocato ho sempre dato il 100 % per la maglia. Loro lo sanno. Sono stati anni felici , ma la squadra poteva vincere di piu”.

Sull’incontro con il Papa – “Bello, bel momento, sono stato fortunato di poterlo incontrare una volta allo stadio Olimpico e uno al Trofeo Vaticano. Emozione indescrivibile, dopo la nascita dei miei figli è stata l’emozione più forte”.

Sul 5 maggio 2002 e la vittoria della Lazio contro l’Inter – “Poborsky mi promise di fare due gol, ma gli ridevamo tutti dietro perché non segnava mai e invece fece due gol. Una roba incredibile e una gioia incredibile per noi e per i tifosi”.

Sull’ammonizione in semifinale di Champions League – “L’arbitro era svizzero ed è stato bravo. E’ stato un fallo dove ci stava l’ammonizione. L’arbitro è stato abbastanza fiscale ma ci stava, da una parte ero triste, ma dall’altra ero felice perché la Juve ha raggiunto una finale di Champions League. Sarebbe andata diversamente contro il Milan in finale, con te in campo? “Quell’anno li le gambe giravano bene, mi è dispiaciuto che non sono sceso in campo ma l’importante è che sia andata in finale la Juve”.

Baratteresti il Pallone d’Oro con la Champions League? “Si subito. Il calcio è un gioco di gruppo, di squadra perciò si, lo farei subito”

Sullo Scudetto con Capello – “Li avete vinti? Le sensazioni in campo? Credo che nessuno può mettere in dubbio questi Scudetti, potete vedere la foto e vedere che giocatori erano in campo. Li abbiamo stravinti, eravamo troppo forti”.

L’esperienza in Serie B ti ha arricchito? “Guardando indietro è stata una scelta giusta. Abbiamo contribuito per le cose importanti e per il ritorno in Serie A, oggi la Juve non avrebbe potuto giocare in Champions. Sono fiero e orgoglioso per quelli che sono rimasti a vivere quelle emozioni. A me bastava un campo verde e un pallone, il calcio è dovunque, anche in Serie B”.

Su Buffon – “E’ fuori concorso, è il più forte di tutti. Io ne ho visto tanti di portieri forti, Peruzzi, Marchegiani, Cech in Nazionale… Ne ho visti ma come Gigi non c’è nessuno”.

Su Cavani – “E’ un giocatore che a me piace tantissimo, non fa solo gol ma lavora per la squadra quasi come un centrocampista. Si vede raramente per un attaccante. Oltre a questo è un ragazzo d’oro, credente, c’ha la testa a posto. Sarebbe il giocatore ideale per la nostra Juventus”.

Ti allenavi un’ora prima degli altri? “Ognuno tiene il proprio fisico come vuole. Dovevo allenarmi di più degli altri per giocatore con i più forti ed è stato giusto cosi”.

Sui falli – “Quando cadevo, sembrava che mi dovevano portare via con l’ambulanza. Invece mi riposavo quei 10-15 secondi per riprendere fiato e ripartivo (ride)”.

Sei contro il “Tiki Taka” del Barcellona? “Mi piace a patto che sia anche concreto. A Milano non mi davano nessuna impressione di essere pericolosi. Nel calcio bisogna essere concreti ed essere pericolosi”.

Sul Napoli – “Il Napoli ha perso qualche punto ultimamente, hanno perso in Europa League, l’ho seguito abbastanza. Non me l’aspettavo, pensavo che fino alla fine erano loro a darci filo da torcere. Ma me lo aspetto ancora, faranno di tutto per recuperare e arrivare più in alto possibile, non è finita”.

Sulla Champions League – “Mi fa paura il Real Madrid, sicuramente arriveranno lontano. Hanno solo la Champions in gioco quest’anno. Il Milan? Passerà… Ultimamente il Barcellona non sta bene e il Milan invece è in forma. Se dovessi puntare qualcosa, punterei sul Milan”

Sui sombreri di Cafu – “Mi ha fatto dei sombreri incredibili. Era un giocatore fortissimo.

A cura di Leonardo Esposito