PLATINI: “JUVE fortissima, MILAN puoi farcela. Su LOTITO…”

LA GAZZETTA DELLO SPORT (F. Licari) – Il presidente Uefa: «Bella l’identità nazionale bianconera. E per il Barcellona sarà dura. Io sono come Grillo: lotto contro i poteri forti…»

(Getty Images)
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LA GAZZETTA DELLO SPORT (F. Licari) – Michel Platini, in un’intervista in edicola oggi sulla Gazzetta dello Sport parla di Juve, Barcellona, Messi e Ronaldo, ma anche di fair play, razzismo, violenza, scommesse. Ecco alcune sue parole:

SUL FAIR PLAY – «Non so se il Psg sia un problema. Quel che conta è che il sistema c’è, le sanzioni anche, e non si guarda in faccia a nessuno. I club lo sanno e hanno detto “sì”. Noi avevamo un mandato morale. Quante volte devo ripetere che Moratti, Berlusconi e tanti altri mi pregavano di intervenire e ridurre “perché noi non possiamo farlo”?. L’Ue sa che i problemi sono nati dopo Bosman: giusta la possibilità dei calciatori di liberarsi a fine contratto, sbagliata la libera circolazione che ha dato potere a pochi. Significa che dobbiamo fare qualcosa. Per aiutare i club, non ucciderli».

SULLA VIOLENZA – È accettabile che in alcune città ogni partita abbia un contorno di accoltellati? «No, ma cosa c’entra col calcio? I mille stupidi che hanno fischiato Boateng mica erano lì per la partita? Potrei impedire alcune trasferte, per esempio. Ma posso controllare i turisti? E se si rivolgono ai bagarini? Mi spiace, preferisco accusare la sicurezza pubblica».

SU LOTITO – Lotito si lamenta delle porte chiuse per la Lazio? «C’è chi pensa di togliere punti. Cosa preferisce?».

RAZZISMO E SCOMMESSE – Parlando di Boateng: ha fatto bene a lasciare? «Benissimo. Però era un’amichevole. Fosse un torneo Uefa sarebbe giusto parlarne con l’arbitro e chiedere la sospensione. Loro hanno gli strumenti, devono usarli in casi così». Più facile contro gli scommettitori che contro i razzisti? «Sì. Le scommesse sono un dramma, il calcio non è credibile, ma possiamo vincerle. Il razzismo è figlio anche della cultura del nazionalismo così forte in Europa».

SUGLI ARBITRI – Novità 5 arbitri: contento? «Usi il superlativo. Sì. Degli arbitri, dell’esperimento, dello straordinario lavoro di Collina. Ho fiducia totale in lui». In Italia, però, sembra che spesso manchino di coraggio. «Non è questione mia. Dopo cento anni, ho dato agli arbitri quattro occhi in più per vedere quello che non potevano». Ma non sensori o telecamere… «Così poi le usiamo per fallo di mano, fuorigioco e ci fermiamo sempre. E poi è gravissimo che il Board abbia concesso la possibilità di usare la tecnologia in alcune partite di un torneo. Come se in Champions alcune avessero i 5 arbitri e altre no. Al Mondiale per club non è successo niente, vediamo in Confederations. Di solito c’è un caso ogni 40 anni».

SULLA JUVENTUS –Può vince la Champions. La seguo da due anni, è fortissima, mi piace la sua identità nazionale. A volte gioca con nove italiani: discorsi vecchi, non si possono più fare, ma mi piace. Sarebbe piaciuta anche all’Avvocato che avrebbe amato meno un calcio con mille stranieri che vanno e vengono».

SU BARCA-MILAN – «Non è facile recuperare il 2-0, neanche per il Barça. È il bello del calcio: vendi Ibra e Silva, non puoi schierare Balotelli, e fai 2-0 al Barcellona. Sei il Chelsea e perdi in Europa League con la Steaua. Sei il Manchester e prendi due gol in 10′: non basta essere in 10 per giustificarlo. La mia Juve, l’Ajax, il Bayern facevano tre finali di fila, ora ogni anno si cambia: niente come la Champions».