ROMA. Sceicco già scatenato: vuole Mazzarri

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Sulla vicenda ha acceso i riflettori anche la Procura di Roma (con il magistrato Nello Rossi), pronta ad aprire un’inchiesta sull’andamento del titolo…

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RASSEGNA STAMPA – Lo sceicco Al Qaddumi deve ancora insediarsi ma già mostra di avere le idee molto chiare sulla Roma che verrà. Mentre anche la Procura di Roma prova a vederci più chiaro sull’operazione societaria, il ricco proprietario del fondo Philadelphia Capital  prepara la scalata al club di James Pallotta. Il proprietario di Boston ha dato l’ok ad un accordo preliminare per entrare nel pacchetto di controllo della società (la LLC) già ai primi di marzo. Unicredit però fa filtrare perplessità: evidentemente – dicono – gli americani hanno dei criteri di verifica diversi dai nostri. In attesa di fideiussioni, attese all’inizio di questa settimana, il portavoce del principe – un noto giornalista che non vuole essere nominato – ha spiegato le idee del futuro co-proprietario, che all’inizio aspira alla vicepresidenza. «Ma potrebbe essere solo il primo gradino dopo il versamento di 50 milioni. Altrettanti potrebbero arrivare se la squadra si qualificasse nelle Coppe Europee e a quel punto non è detto che la scalata non andrà avanti, anche perché in effetti gli americani non sembrano molto interessati alle vicende sportive, a differenza dello sceicco che è un tifoso, senza contare che Unicredit non può continuare a finanziare il club come sta facendo adesso. In fondo Lotito non ha torto quando parla di una proprietà troppo lontana. I dirigenti? Baldini e Sabatini sono capaci e hanno costruito una buona squadra, ma gli allenatori non sono andati bene. Ad esempio ora c’è Mazzarri sul mercato e potrebbe avere il profilo giusto, ma occorre una nuova solidità societaria. da questo punto di vista, sicuramente Adnan porterà nella dirigenza Michele Padovano». Ieri – come spiega ‘La Gazzetta Sportiva’ –  sono rimbombate anche le parole di Pippo Marra potente membro del cda del club. «Il progetto futuro è sconosciuto – scrive tra l’altro -. Non si comprende chi intende scendere e chi restare a bordo e in che misura si voglia investire in nuove risorse finanziarie».