LAZIO. LOTITO alza il tiro: “Non firmo per arrivare secondo”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Mercato: Cirigliano in pole. Hamad e Abrashi piste low cost…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (M. Calabresi) – Il solito Lotito, anche nel giorno della rielezione di Abete. Prendere o lasciare: strette di mano a tutti, un telefono per ogni mano, l’ultimo a votare. Ma felice più del solito, anche se per strappargli sorrisi (oltre alle celebri battute) si fa sempre fatica. La Lazio diverte, vince, vola, con un allenatore che, stando al precampionato, doveva durare poco. Petkovic è una sorpresa per voi che siete dei miscredenti, non per me che l’ho scelto — dice —. Lui governa lo spogliatoio, con ingredienti anche morali e psicologici, non solo tecnici. È un professionista esemplare”. La Lazio, lassù, al fresco del secondo posto, ci sta bene e si scopre anche capace di sognare. “Attraverso l’impegno, la Lazio può fare grandi cose — aggiunge Lotito —. Non firmo per il secondo posto, perché se firmassi significherebbe che è tutto precostituito. Il calcio, invece, è bello perché imponderabile”. Lo dice con convinzione, Lotito, ma senza esagerare con i proclami: “Ora bisogna soltanto restare umili, i risultati vanno raggiunti con l’apporto di tutti. Premio scudetto? Non l’ho stanziato”. Difficile pure che vengano stanziati fondi per il mercato: la situazione potrebbe sbloccarsi solo se arrivasse un’offerta per Zarate, che a quel punto potrebbe creare il ‘tesoretto’ per rinforzare la Lazio: “L’eventuale inserimento di calciatori deve essere funzionale alla crescita del gruppo. Tre anni fa, con Reja, c’era bisogno di una scossa e presi Biava, Dias e Floccari: stavolta questo bisogno non c’è”. Ecco perché, di rinforzi, se ne dovrebbe riparlare a giugno: Cirigliano e Casemiro — quest’ultimo comunque vicino al Santos — sono le certezze ma anche i nomi più costosi (costano almeno 6 milioni). Sempre a centrocampo, restano vive le piste che portano ad Hamad (Malmö), Abrashi (Grasshopper) e Xhaka (Borussia Monchengladbach), affari low cost ma considerati scommesse. Lo era anche Petkovic.