FIORENTINA-ROMA. BALDINI: “Non c’è concomitanza”

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IL CORRIERE DELLO SPORT – RASSEGNA STAMPA – (A. Ghiacci) – Il problema della gara di Coppa Italia con la Fiorentina è nato sull’interpretazione della parola “concomitanza” che, come riporta il Corriere dello Sport, il regolamento inserisce nel decretare che tra due squadre della stessa città quella peggio classificata nell’ultimo campionato subisca l’inversione di campo. La Roma ha chiesto il parere della Corte di Giustizia Federale e oggi probabilmente l’organo giudicante della giustizia sportiva si dichiarerà incompetente. Ieri il d.g. Baldini, è intervenuto per spiegare le ragioni della Roma: “Ci tengo a ribadire una volta ancora come la posizione della Roma sia sempre la stessa, ovvero battersi per il rispetto delle regole e della loro corretta applicazione“. Questo primo concetto è lo stesso che fu sostenuto dal club giallorosso nelle ore che portarono all’ordinanza del Prefetto di Cagliari che dispose di non disputare la partita a Is Arenas. Baldini, poi, si concentra sulla Coppa Italia: “Non contestiamo il regolamento, né le competenze della Lega nel predisporre i calendari, né le esigenze televisive di chi acquista i diritti della competizione, bensì riteniamo di avere fondati dubbi su come gli stessi regolamenti siano stati interpretati. L’inversione del campo di gara costituirebbe un’eccezione alla regola principale che sancisce il diritto della Roma di giocare in casa (vale a dire il miglior piazzamento del campionato scorso, ndr). Questa eccezione è prevista in caso di concomitanza di gare, cito letteralmente il regolamento, e due gare che si giocano ad otto giorni di distanza non sono concomitanti“. Tutto assolutamente chiaro. Il calendario di Coppa Italia, come accade anche per tutte le altre competizioni ormai da anni, è fissato anche in base alle esigenze televisive. Il direttore di Rai Sport, De Paoli, ha detto che la Rai non c’entra nulla e ha aggiunto: “La Roma paga l’assenza di un Presidente che faccia pesare la sua presenza in Lega“. Fenucci dovrebbe offendersi, visto che è proprio l’a.d. a curare i rapporti con la Lega. “Chi sostiene che nella vicenda la Roma paga l’assenza di un Presidente che faccia pesare la sua importanza in Lega rispondo che se la ragione fosse sempre di chi sbatte più forte i pugni sul tavolo ed alza la voce continueremmo ad alimentare lo stesso modus vivendi che tutti, a parole, seguitiamo invece a stigmatizzare – ha risposto Baldini – Abbiamo preferito rivolgerci alla Corte di Giustizia Federale, alla quale chiediamo di esprimersi sulla corretta interpretazione del regolamento, altrimenti resterebbe il problema di non potersi rivolgere a nessuno in casi come questo, lasciando alla Lega un arbitrio difficilmente accettabile in generale, qualora si compiano errori di applicazione dei regolamenti”.