CALCIO. DROGBA da MILAN. LIPPI vota per l’ariete ivoriano: “Che coppia con El Shaarawy”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Lippi ha appena incontrato Didier da rivale: “È ancora una bestia, ai rossoneri servirebbe in campionato e in Champions”…

(Getty Images)

RASSEGNA STAMPA – (L. Calamai) – Il Professore sorseggia un caffè sulla Passeggiata. Ogni trenta secondi è costretto a interrompere la chiacchierata perché c’è un amico da abbracciare, uno juventino da salutare, un ragazzo che gli chiede un autografo. A Viareggio lui è solo Marcello, uno di famiglia. “Invece per i cinesi sono il Professore e sto abituandomi a questa etichetta”. Lippi sorride. In un albergo vicino c’è un giornalista francese che lo aspetta per un’intervista su Deschamps. “Didier ha detto che sono “il suo babbo” e allora vogliono intervistare papà-Deschamps”. E giù un’altra risata. Il botta e risposta parte da Drogba, il sogno di mercato di Milan e Juve. Il volto di Lippi torna di colpo serio. Nessuno meglio di lui può parlare del campione della Costa d’Avorio visto che lo ha avuto come rivale in campionato.

Drogba è ancora una bestia. Uno che in campo fa la differenza. In Cina ha segnato 8 gol in undici partite. Da un punto di vista tecnico è sicuramente un grande affare. Ma Drogba dopo aver vinto quasi da solo la Champions con il Chelsea ha deciso di accettare la proposta economica che arrivava dalla Cina. Non è stata una scelta calcistica o di cuore. È stata una scelta dettata da motivi economici. Certe offerte sono irrinunciabili. Lui guadagna dodici milioni netti l’anno, un milione al mese. Probabilmente si aspettava qualcosa in più da questa sua nuova avventura dal punto di vista sportivo, la sua squadra è arrivata solo dodicesima in campionato. Ma pensate che Drogba accetterà di dimezzarsi lo stipendio per venire a giocare in Italia? Mah, ho dei dubbi”.

Lo vedrebbe meglio nel Milan o nella Juve?
“Se è vero che Pato e Robinho sono in partenza direi che starebbe bene nel Milan. Drogba sarebbe prezioso sia in campionato che in Champions. Lui titolare, Pazzini riserva. E a sinistra El Shaarawy. A proposito, sapete chi mi ricorda il ragazzino? Il primo Del Piero. Come Ale ama partire dalla fascia sinistra, stringere al centro e cercare il gol con quelle parabole cariche di effetto. Per carità, El Shaarawy non ha ancora la qualità di Del Piero ma sta crescendo e, quando parte palla al piede, è addirittura più esplosivo e più veloce rispetto al fantastico campione della Juve“.

Il Faraone è la punta dell’iceberg di una covata di talenti.
Insigne, Destro, Verratti, Gabbiadini, Florenzi. Uno spettacolo. Sono tutti giovani e quasi tutti titolari. Ferrara da allenatore dell’Under 21 era costretto a cercare giovani in Lega Pro“.

La Juve ha ammazzato il campionato.
“È la più forte. È vero che in passato ci sono state grandi rimonte. Sono stati recuperati anche dodici punti di ritardo. E, forse, la ripresa della Champions a febbraio potrebbe creare qualche problemino. Ma questa Juve è completa e grazie a Conte ha ritrovato il suo vero Dna e la sua vecchia furia agonistica. Leggo che spesso paragonano la squadra di oggi alla mia Juve. Ma potrebbe benissimo essere paragonata alla Juve del Trap o a quella di Capello. Formazioni che hanno realizzato cicli vincenti”.

Conte ha fatto capire che dopo la Juve andrà all’estero o accetterà la guida di una nazionale.
“Lo capisco. E probabilmente ha ragione. Allenare e vincere con la Juve ha un valore particolare in Italia. Pensate, un mese dopo aver conquistato il Mondiale entrando in qualche stadio mi sono sentito urlare “gobbo, gobbo”. Eppure pochi giorni prima la mia Nazionale aveva unito il Paese in una festa meravigliosa”.

Esiste un’anti Juve?
“In questo momento esistono tante squadre in lotta per il secondo e terzo posto”.

Analizziamole una per una.
“Il Milan è ripartito quasi da zero perché non ha perso solo due campioni come Ibrahimovic e Thiago. Ha salutato anche gente come Gattuso, Seedorf, Inzaghi, Zambrotta e Nesta. L’anima della squadra. È normale che abbia bisogno di tempo per ritrovare il necessario equilibrio”.

L’Inter?
“Ho fatto le sei di mattina in Cina per seguire in diretta Juve-Inter, partita che i nerazzurri hanno vinto meritatamente. Poi, l’Inter si è persa. E non so perché. La qualità c’è”.

La Roma?
“Una volta incanta, una volta delude. Probabilmente deve ancora assorbire le tante novità. Però c’è un giocatore tra i giallorossi che mi piace da impazzire: Lamela. E attenti a un altro giovane, Florenzi. In più c’è Totti“.

Uno dei suoi figliocci.
“Gli ho mandato un messaggio per dirgli che in televisione mi aveva entusiasmato in un’azione di gioco. Non mi riferivo a uno dei suoi gol. Che Totti segni è normale. Mi aveva fatto saltare sulla sedia vedendolo in fase difensiva recuperare in scivolata un pallone all’altezza della bandierina. Mi ha ricordato quando Zidane rincorse per quaranta metri un avversario che aveva rubato palla a Di Livio. Il campione che si sacrifica è uno splendido esempio per tutto il gruppo”.

La Fiorentina?
Montella ha sfatato tutti i luoghi comuni del calcio. Tipo: “cambiare tanto non paga” o “ci vuole tempo per insegnare un calcio diverso”. La Fiorentina ha cambiato dirigenti, allenatore e diciotto giocatori ed è meritatamente in zona Champions. Con la Juve è la formazione più divertente del campionato”.

Il Napoli?
“In estate pensavo che avrebbe duellato per lo scudetto con la Juve. Invece non ha avuto continuità e ora è stata colpita al cuore dalle sentenze sulle scommesse. Sinceramente non trovo giusto squalificare per sei mesi un giocatore che non ha accettato nessun tipo di combine, anzi, ha cacciato a male parole chi aveva proposto qualcosa di illecito. Però capisco anche che dei deterrenti sono necessari. Storia antipatica”.

La Lazio?
“Ha Klose che è un campione, ha Hernanes che è un ottimo giocatore e ha un fior di allenatore. Questa Lazio di Petkovic mi piace”.

Che cosa si prova sapendo che Zidane ha suggerito il suo nome per la panchina del Real Madrid?
“Grande orgoglio. Ma ho ancora due anni di contratto con il Guangzhou Evergrande e in Cina sto benissimo”.