CALCIO. Nuova inchiesta a Londra, 23 anni dopo Hillsborough

Come riportato dall’Ansa, il governo britannico, a tre mesi dalle “sconcertanti conclusioni” a cui è giunto un panel di esperti indipendenti, ha confermato l’apertura di una nuova inchiesta sulla tragedia di Hillsborough, lo stadio di Sheffield dove, nel 1989 morirono 89 tifosi del Liverpool. Un atto ‘moralmente’ dovuto e legalmente obbligato, per accertare le responsabilità della polizia dopo che sono emerse in tutta la loro evidenza le manipolazioni compiute dalle stesse forze dell’ordine al fine di nascondere la proprie colpevoli responsabilità. Ad annunciare l’apertura di una nuova inchiesta, che sarà coordinata da John Stoddart, il Ministro degli Interni Theresa May, che dichiara: “Quanto è stato evidenziato dall’Hillsborough Indipendent Panel, è veramente scioccante, le famiglie delle vittime non solo non hanno ancora conosciuto la verità ma non è stata neppure data loro la giustizia che meritano. Sono determinata a dare risposte alle domande sollevate dall’ultimo rapporto, la memoria delle vittime impone più rispetto”. Questa è da considerarsi una vittoria per le famiglie delle vittime, che per oltre venti anni si sono battute in cerca della verità, rifiutando la versione ufficiale che scagionava la polizia addossando ogni responsabilità ai tifosi stessi. Hillsborough resterà per sempre uno dei momenti più tragici della storia del calcio: il 15 aprile 1989 in occasione della semifinale di Fa Cup tra Liverpool e Nottingham Forrest, morirono 89 persone schiacciate e soffocate contro le barriere di recinzione. La polizia dell’epoca, sostenuta dal governo presieduto dal Premier Margareth Tatcher, si era affrettata ad addossare ogni responsabilità sui tifosi, colpevoli di essersi accalcati in un settore non sufficientemente capiente. Versione smentita dall’inchiesta condotta dall’Hillsborough Independent Panel che non solo ha smascherato le falsità degli inquirenti, ma soprattutto ha evidenziato le negligenze compiute dalla polizia: è stato calcolato che almeno 41 vite sarebbero potute essere salvate in presenza di soccorsi più efficaci e tempestivi. Le nuove rivelazioni sono state prese in considerazione anche dall’Alta Corte di Londra che sta valutando se annullare il verdetto che a suo tempo aveva rubricato i decessi come ‘morte accidentali’: una volta appurata l’esatta dinamica dei fatti, le responsabilità potrebbero portare a nuove e clamorose incriminazioni.