JUVE. CONTE. “Mi è mancata la panchina. Dovevamo chiudere la partita”

Il tecnico bianconero torna parlare dopo la squalifica: “In questi quattro mesi ho provato dolore”.

(getty images)

 

Antonio Conte torna a parlare nel post gara. Il tecnico racconta i 120 giorni di assenza dal terreno di gioco e commenta la vittoria di Palermo ai microfoni Sky:

Era una domenica con il cuore che batteva diversamente?

È inevitabile che quando ti viene a mancare il terreno di gioco, il profumo dell’erba, come l’ho definito tre/quattro settimane fa, è un dolore. Ti manca qualcosa, anche se lavori con la squadra per tutta la settimana, però i 90 minuti, la partita, quelle sensazioni, emozioni, mancano, però ho dovuto affrontare questa vicenda. Penso che sia stata comunque formativa sotto tanti punti di vista, penso che la squadra abbia risposto in maniera straordinaria. Voglio ringraziare i giocatori perché, secondo me, chi riesce a fare in quattro mesi quello che abbiamo fatto noi, significa che ho dei giocatori speciali, speciale è la società e forse un po’ speciale sono anche io, ecco.

Se avesse avuto la possibilità di una deroga, quale partita avrebbe scelto?

A me le partite sono mancate tutte sinceramente. Ho anche la fortuna di avere uno staff che ringrazio perché sia Carrera prima che Alessio dopo sono stati molto bravi nel sostituirmi in quei 95 minuti, quando c’era da dare delle direttive alla squadra. Il fatto che ci sia tra di noi grande simbiosi, grande partecipazione durante la settimana, ha permesso che questo venisse effettuato nella maniera migliore.

L’avrei vissute tutte, sia quelle in cui si è vinto, sia quelle in cui abbiamo perso.

La vittoria contro il Palermo: avete sofferto troppo, cosa si può fare per migliorare e sfruttare le tante occasioni da gol?

Bisogna cercare di fare gol, più che arrivare davanti al portiere e tirare la palla in rete, non possiamo fare di più. È inevitabile che se avessimo pareggiato questa partita con un calcio d’angolo al 90°, penso che saremmo rimasti due giorni chiusi nello spogliatoio tutti quanti e avremmo fatto ritiro qui a Palermo, perché quando hai le occasioni che abbiamo avuto noi di chiudere una partita difficile, su un campo difficile come quello del Palermo, dobbiamo essere più cinici e più cattivi, perché dopo una punizione o un calcio d’angolo possono rimettere tutto in gioco e sinceramente, dopo una prestazione come quella di oggi, lasciare punti a Palermo sarebbe stata veramente un delitto.

A livello privato, ti ha insegnato qualcosa questo distacco? Cosa ti ha ferito di più durante questo lungo silenzio?

Sono stati quattro mesi in cui ho provato del dolore, questo è fuori dubbio, anche perché quando fai il tuo mestiere con la passione e con l’entusiasmo, essere fuori in quei 90 minuti, dopo che hai preparato la partita per tutta la settimana, ti manca qualcosa. Anche se devo dire sinceramente che, se dovessi scegliere le due cose, tra lo stare in panchina 95 minuti e non allenare la squadra in settimana o l’opposto, sicuramente meglio così, allenare la squadra tutta la settimana e lasciare il posto a un mio collaboratore per i 90/95 minuti. Però, è un’esperienza che mi ha formato sotto tanti punti di vista, mi ha fatto riflettere su tante cose, mi ha fatto conoscere le persone. È stata formativa, penso mi abbia fortificato ancora di più.

Cosa c’è di positivo e di negativo nello stare dietro ai vetri oscurati?

Di positivo onestamente non c’è tantissimo, perché alla fine noi abbiamo ottenuto, secondo me, dei risultati straordinari perché non dimentichiamo che la Juventus è come una macchina che inizia a fare un Gran Premio, gli tolgono l’allenatore e viaggia con le ruote sgonfie. Noi con le ruote sgonfie, siamo riusciti a rimanere in testa alla classifica, a vincere il nostro girone in Champions, che non era affatto facile.

L’aspetto bello è che anche da lassù ho visto una squadra organizzata, che faceva le cose che provavamo, sono stato molto aiutato dal fatto che è una squadra che viene da un anno di lavoro insieme, quindi tante cose sono state meccanizzate e memorizzate. Se questa cosa fosse successa l’anno scorso, al mio arrivo alla Juventus, sarebbe stata la rovina per me e per la Juventus.

Tu  e la società sembrate davvero una cosa sola adesso.

Quando parlo di conoscere di più le persone mi riferisco a questo, sia in positivo che in negativo, perché magari in questa esperienza ho trovato anche persone che si sono rivelate non quello che mi aspettavo. E invece ho avuto la constatazione di avere una società, in primis con il Presidente Agnelli, fortemente al mio fianco, e la cosa più bella, quella di avere un gruppo di giocatori speciali.

Le rimane una macchia rispetto a questa sentenza?

Penso che tutto quello che avevo da dire l’ho detto e ho anche pagato le conseguenze perché sono stato deferito, ho pagato anche 25 mila euro in più. Non c’è niente da aggiungere. I quattro mesi di squalifica non hanno cambiato di una virgola il mio pensiero in proposito, però ne ho preso atto. Secondo me è una vicenda in cui ne esco fortificato sotto tanti punti di vista, sia dal punto di vista calcistico, che da un punto di vista morale.