JUVE. CONTE DAY. L’attesa è finita: torna in panchina dopo 122 giorni

LA GAZZETTA DELLO SPORT – La squalifica, all’inizio di 10 mesi e poi ridotta a 4, è terminata: al Barbera il tecnico sarà al suo posto. Ma a Vinovo non è mai mancato…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (G.B. Olivero) – Centoventidue giorni. A Vinovo in tutto questo tempo non è cambiato nulla. Conte ha continuato a essere il punto di riferimento per tutti: giocatori, magazzinieri, giardinieri. A differenza dello scorso anno c’è anche la Champions da affrontare e Antonio ha curato con grande attenzione ogni particolare. Un esempio: quando la Juve atterra a Caselle da una trasferta europea (sempre nella notte della partita, mercoledì erano le 4.10 del mattino quando la comitiva è rientrata da Donetsk) i giocatori non sono liberi di tornare a casa con i propri mezzi, un taxi, un amico, la moglie. No: tutti in pullman fino a Vinovo (altra mezz’ora) e poi ciascuno si organizza come meglio crede. Il motivo è semplice: evitare tentazioni aggiungendo un piccolo surplus di fatica nella speranza che tutti capiscano che è meglio andare a dormire. Conte è così: maniacale, perfezionista, anche rabbioso nella sue reazioni, a volte rancoroso. Nessuno gli avrebbe impedito di parlare al di fuori degli stadi, ma non l’ha mai voluto fare: è stato il suo modo di rispondere a una squalifica vissuta come un’onta oltre che come un’ingiustizia. Il suo codice morale gli imponeva di reagire così: “Avete deciso che per quattro mesi dovrò fare a meno del calcio? Allora il calcio farà a meno di me”. Atteggiamento magari presuntuoso, ma Conte conosce perfettamente i meccanismi mediatici e questa è stata la sua piccola vendetta. La Juve è sempre in testa, ha chiuso al primo posto il girone di Champions, è ammirata all’estero e temuta in Italia. Centoventidue giorni dopo, oggi Conte riprende per mano la sua Signora.