MILAN. MONTOLIVO: “Noi abbiamo le armi per far male alla JUVE. Dai, indiavoliamoci”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Allegri, Berlusconi, Pirlo, la Fiorentina, i bianconeri. Riccardo si lancia: “Io leader? Ci provo…”

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (A. Bocci, M. Pasotto) – A Berlusconi, Montolivo è piaciuto subito. “Ragazzo perbene, pensiamo possa diventare il leader del futuro”. E’ arrivato al Milan da qualche mese e non è il tipo che si allarga. La stoffa per dirigere però ce l’ha. “Spero di averla. Le parole di Berlusconi mi hanno responsabilizzato”.

Lo spogliatoio è diverso da quella casa in costruzione che ha trovato quando è arrivato?
“Diciamo che toccare il fondo ci è servito. Abbiamo superato le difficoltà tutti insieme, ed è in situazioni come questa che il gruppo esce rafforzato”.

Si sente ancora tanto il vuoto lasciato dai senatori?
“Me lo facevano sentire da fuori, più che da dentro. I ragazzi mi hanno accolto in maniera molto affettuosa. Certo, quando se ne vanno personalità del genere il vuoto si sente. Ma va riempito”.

Pensa di averlo riempito lei?
“E’ presto per dirlo. Mi sono messo a disposizione, dell’allenatore e della squadra. Credo che un leader debba fare questo e dare l’esempio, più che comandare”.

Avete cambiato tanti moduli. Lei, dove si vede meglio?
“Il mio posto ideale è fra i due mediani, accanto a uno con caratteristiche diverse dalle mie. Ma sono sempre stato duttile”.

I milanisti sono orfani di Pirlo, lei in Nazionale si sposta in altri ruoli perché c’è Pirlo, ora se lo ritrova di fronte. Preoccupato?
“No, perché sono diverso da Pirlo. Lui è più regista, io cerco anche di essere incontrista. Andrea è inarrivabile per quello che ha fatto al Milan, quindi non mi pongo il problema dei confronti”.

Ci sono davvero 17 punti fra Milan e Juve?
“Se non 17, pochi di meno. Fra noi e loro c’è una bella differenza: hanno più qualità, sono più squadra. Ma noi abbiamo le armi per fare male”.

A partire da El Shaarawy. Si aspettava un rendimento del genere?
“Nessuno se lo aspettava, nemmeno lui, ma mi è sempre piaciuto. Ha velocità, abilità nel tagliare il campo. E calcia forte e preciso”.

Pato è proprio in crisi?
“E’ in una situazione particolare. Ci vuole pazienza con lui, ma vale la pena di aspettarlo. E’ un giocatore pazzesco, non mi sono mai allenato con uno così forte. Mi spiacerebbe se se ne andasse”.

Un talento per ora irrisolto, Pato. Anche lei finora è sembrato sempre incompiuto.
“Con Prandelli a Firenze ho fatto delle buone cose e sono diventato un giocatore, ma finché non fai il vero salto di qualità resti un po’ nel grigio. Avevo voglia di misurarmi, di capire se ero all’altezza”.

Risposta positiva?
“Sono in progresso, ma devo fare di più, come tutti. Tanti di noi hanno reso meno, perciò abbiamo questa classifica”.

A Napoli,, si è visto un abbraccio affettuoso con Allegri.
“Abbiamo un rapporto ottimo. Mi ha aiutato all’inizio quando le cose non andavano benissimo, mi parla spesso…”

Quindi, almeno con lei parla…. Qualche suo compagno l’anno scorso si è lamentato…
“Ero abituato a Prandelli, e neppure lui è loquace. E neanche io lo sono”.

Riesce ad essere cattivo in campo?
“Eccoci alla critica classica. Sono un po’ distaccato, ma questo non vuol dire nulla. Non sono uno che sbraita, ma in campo corro. Sono un generoso, anche in allenamento”.

A che punto è nella classifica dei test atletici?
“Correre più di El Shaarawy è difficile. Diciamo però che sono sempre fra i primi”.

In campo, con chi dialoga?
El Shaarawy, De Sciglio. Abbiamo pochi punti fermi e sappiamo che dobbiamo lavorare. Tutti”.

Avete voglia di pensare ancora ai primi tre posti?
“Prima di pensare a quei posti bisogna pensare a far crescere il Milan forte e solido”.

Mercoledì ha imbeccato Mexes per quella rovesciata splendida.
Ride. “Grande assist. Con una palla così, era più facile segnare che sbagliare. Come avrebbe potuto non fare gol?”.

Dopo Napoli e Bruxelles c’è più fiducia nel Milan?
“Sì, ma basta poco per ricascare negli errori”.

Contro la Juve pensate di giocarvela da furbi, come ha suggerito Arrigo Sacchi?
“Non pensiamo di fare il catenaccio, ma affrontare la Juve a viso aperto è complicato”.

Vincere significa dare un segnale al campionato?
“Fare un buon risultato significherebbe dare un segnale soprattutto a noi stessi”.

Si aspettava una Fiorentina così forte?
“Non mi aspettavo che arrivassero subito in alto. Montella dev’essere davvero bravo”.

Se la sente ancora di dire “Se l’Inter è lassù, possiamo sperare anche noi”?
“Era solo una battuta. Comunque nel derby siamo stati superiori all’Inter“.

Aquilani ha preso il suo posto e per il momento ha più fortuna.
“Sì, io però gioco nel Milan“.

E stavolta può andare al Camp Nou…
“Ancora con questa storia. Sinceramente, meglio affrontare altre squadre agli ottavi. Ma sono tutte talmente forti, le prime squadre di Champions. Lo Shakhtar è formidabile, il Borussia ha dato lezione di calcio in tutta Europa. Io spero solo che fra qualche mese ci sia un Milan ancora più forte”.

Come può crescere la squadra?
“La qualità c’è. Serve più fiducia, autostima. Oltre ovviamente a un rendimento migliore da parte di tutti”.

Lei è un predestinato al Milan…
“Già, la prima volta che sono entrato a San Siro ero con mio padre e avevo 14 anni. Era Milan-Samp, segnò Ambrosini. E ora gioco con lui…”.

Tolga un uomo alla Juve.
Buffon“.

La Juve vincerà lo scudetto?
“Al settanta per cento”.

L’uomo partita del Milan chi sarà?
“Può esserlo Boateng“.

Non vedeva l’ora di giocare a San Siro, e ora lo trova spesso mezzo vuoto.
“E’ difficile giocare in uno stadio così grande se non è pieno. Ora l’atmosfera è diversa: i tifosi erano comprensibilmente arrabbiati per le vicende di mercato. Erano ipercritici. Ora c’è più fiducia in noi”.

Che cosa si aspetta da Milan-Juve?
“Uno stadio pieno, indiavolato. E dobbiamo fare i diavoli anche noi, non lasciarli giocare, difendere lontano dalla porta, aggredire”.

Immaginarla indiavolato non è facile.
“Io sono distaccato, ma guardi che in campo mi arrabbio, e anche parecchio. Però contro la Juve spero di dovermi arrabbiare poco. Se ripenso agli errori, anche miei, sui falli laterali contro la Fiorentina mi vengono ancora i brividi…”