CHAMPIONS. Il CELTIC è epico. Celebra i 125 anni battendo il BARCA

LA GAZZETTA DELLO SPORT – In una notte di festa fa il colpo col contropiede. Messi fa gol ma il migliore in campo è… Forster…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (F. Licari) – Il Celtic va a segno nel giorno più bello: quello della festa dei 125 anni. Il Barcellona va al tappeto contro il piccolo, enorme, irriducibile Celtic che aveva già sfiorato il colpo al Camp Nou (k.o. al 94′). Il gol di Messi, ancora lui l’ultimo ad arrendersi, arriva nel recupero. Il Celtic è stato più bravo, ordinato e, va detto, fortunato. Il Celtic va con la buona, vecchia tattica del ‘mettiti dietro e riparti’, ma con dignità e un 4-4-1-1 che non è formula-assedio. Gli organizzati biancoverdi diventano subito molle pronte a scattare sui catalani. Aggrediscono ‘alti’, si chiudono a gabbia al centro, non fanno falli. La difesa perfetta. Quindi si lanciano in velocità trascinati dal fenomenale Wanyama. E il Barça che fa? Si presta al gioco. Un po’ di colpa ce l’ha Vilanova. Visto come si mette; visto che il campo è spezzato in due — da un lato Mascherano e Bartra contro Samaras, dall’altro i restanti 18 —; visto che Song becca un’ammonizione subito, rischia due volte il rosso ed è inutile perché una diga in difesa non serve; sarebbe meglio inserire subito Fabregas e dare larghezza al gioco. Invece il Barça s’intestardisce a infilarsi nell’imbuto centrale e lì i satanassi del Celtic sono implacabili: Ambrose anticipa tutti, Wilson usa le maniere spicce, Commons commuove per come raddoppia e riparte. Se la barriera non basta, ecco una traversa (Messi), un palo (Sanchez) e le incredibili parate di Forster. I due gol arrivano su angolo (testa di Wanyama che schiaccia Alba, 21′ p.t.) e su ripartenza velocissima di Watt da poco dentro (con ‘buco’ di Xavi, 38’s.t.). In mezzo, il Barça che passa sistematicamente al 2-3-5, con gli esterni attaccanti fissi, e butta nel mucchio mille palloni senza mai genio. E il Celtic che a ogni ripartenza fa paura.