MILAN. Il ritorno di ROBINHO: «Io al servizio di Allegri, il comandante»

LA GAZZETTA DELLO SPORT- «Il Milan può vincere il campionato, non è da pazzi crederci. Ma dovremo sudare di più»

(Getty Images)

 

«Oggi sono proprio stanco», sbuffa lasciandosi cadere sulla sedia con un sorrisino che lo smaschera all’istante. Gli piace giocare, e allora stiamo al gioco: «Come mai così a pezzi, Robi?». Filo di voce: «Stamane solo lavoro aerobico, niente palla. E senza palla noi brasiliani ci stanchiamo». Se non altro l’umore è alto. Probabilmente perché, come riporta la Gazzetta dello Sport, Robinho sta ricominciando ad annusare l’odore buono del campo. Mancava da troppo tempo. In questo primo scorcio di stagione lui e il Milan sono stati in crisi d’astinenza reciproca. Nessuno ha avuto il piacere di poter contare sull’altro. […]

Robinho, come sta vivendo il momento difficile del suo allenatore?
«E’ dura, e lo sarà fin quando la squadra non ricomincerà davvero a vincere. Se è in difficoltà lui, di conseguenza lo siamo anche noi. Ma il calcio insegna che le cose cambiano in fretta: bastano due-tre partite di fila ben fatte e ti rimetti in sesto. Con l’Inter meritavamo di vincere ed è un peccato che subito dopo ci sia stata la sosta: così pesa molto di più».

Allegri dà l’idea di essere particolarmente nervoso in questo periodo?
«Io lo vedo normale. L’approccio con la squadra è il solito. Certo, mi spiace che stia attraversando un periodo del genere, pieno di voci sul suo conto. Lui è il mio comandante. Per aiutarlo conosco un unico rimedio: lavorare sodo per lui, per noi e per i tifosi».

Lei magari starà patendo in modo particolare: con Allegri ha sempre avuto un’intesa speciale.
«Non capisco da dove nasca questa storia. Non sono un suo protetto, come sento dire spesso. E’ semplicemente un grande tecnico e noi siamo sempre con lui, gli vogliamo bene. Ma il Milan è uno solo, non ci sono giocatori prediletti».

Abbiati ha detto che Allegri ha le qualità per restare a lungo su questa panchina.
«Christian ha ragione. Il mister è in grado di rimanere molti anni. A tutti gli allenatori capita un momento di difficoltà, ma poi riprendi a vincere. Sarà così anche per lui, e quindi anche per noi».

A proposito di progetti: il Santos bussa deciso alla sua porta tutti i mesi e a volte lei non sembra indifferente…
«Non so se il Santos abbia davvero fatto un’offerta per me, è stata la mia prima squadra e con loro ho un bellissimo rapporto. A me però piace parlare del presente e il presente dice che sono felice di essere al Milan, perché il Milan mi fa sentire importante».

Quanto importante? Il suo contratto scadrà nel 2014: dopo che cosa succede?
«Mi piacerebbe restare ancora in rossonero. Anche per altri dieci anni».

Esagerato. Magari verrà sacrificato anche lei in nome del bilancio come Ibrahimovic e Thiago Silva.
«Due giocatori spettacolari, che ci mancheranno molto. Comunque le parole affettuose di Ibra sul Milan non mi sorprendono: in questo club ti fanno sentire un re. Thiago invece a Parigi è felice, ma io lo rivorrei indietro. Quando qualche tempo fa è venuto a curarsi a Milanello gli abbiamo detto “dai, resta con noi”. Purtroppo non poteva darci retta».

Avete anche fatto una foto tutta brasiliana in piscina assieme a Pato. Come procede il ragazzo?
«Tornerà più forte di prima. Al Milan serve molto per le sue caratteristiche e qualità individuali. Prego solo che non si infortuni più, è una cosa troppo triste stare senza calcio».