MILAN. Criticate ALLEGRI, io paro per lui. Stiamo svoltando, possiamo aprire un ciclo alla ANCELOTTI

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Il portiere del Milan: “Pesa di più l’addio dei senatori rispetto a Thiago e Ibra. Se incontriamo il Psg lo battiamo. Con l’Inter voglio uno stadio pieno di passione”…

(Getty images)

RASSEGNA STAMPA – (M. Pasotto) – A distanza di due giorni gli fanno ancora male le braccia. “Soprattutto il sinistro. Quella punizione di Hulk me l’ha mandato in iperestensione, ma per il derby ci sarò”. Abbiati usa l’Inter come anestetico. Lui intanto non si scompone. Non lo faceva quando le cose stavano andando a rotoli, non succede adesso che filtrano i primi raggi di luce. Un po’ per carattere e un po’ per esperienza, Abbiati tiene fede al proprio carattere: parla soltanto in campo. Pazzini l’ha definito un leader silenzioso. “I compagni sanno che io ci sono. Anche se non sono troppo espansivo. Spero davvero sia un silenzio che si sente”, racconta Christian abbozzando un sorriso. Lui e Ambrosini sono gli unici senatori sopravvissuti all’addio in massa della vecchia guardia. Ed è stato un trapasso difficile.

Abbiati, com’è lo spogliatoio senza i suoi vecchi amici?
“E’ stato allucinante averli visti andare via tutti insieme, di botto. Comunque era nell’aria quasi per tutti. La maggior parte di loro, come Nesta e Seedorf, ha fatto scelte di vita”.

Ha detto che era ‘nell’aria quasi per tutti’: c’è stata qualche sorpresa?
“Ci sono rimasto molto male per Gattuso, non me lo sarei mai aspettato. Quando mi ha comunicato i suoi progetti sono caduto dal pero. Non aveva mai dato alcun segnale”.

Ma è più grave la partenza del blocco senatoriale o dei top player Ibra e Thiago?
“E’ più grave l’addio della vecchia guardia, per una questione numerica e di impatto sulla squadra”.

Ibrahimovic continua a ripetere che il Psg è più forte del Milan. E’ d’accordo?
“Assolutamente no. Siamo più forti noi e non lo dico per ripicca. Dovessimo incrociarli in Champions non credo che partiremmo battuti. Anzi…”.

Per un portiere quanto è choccante restare senza Nesta e Thiago contemporaneamente?
“E’ stata una botta. Anche perché erano persone stupende dal punto di vista umano. Nesta è un monumento e Thiago è il più forte del mondo. Non serve aggiungere altro”.

Magari un parola di conforto per chi è rimasto…
“No be’, certo. Mica siamo rimasti con una difesa di scarponi. Bonera è un grandissimo campione, un po’ sottovalutato forse perché non si vende bene mediaticamente. Mexes ha recuperato al cento per cento, Zapata è un ottimo acquisto, Acerbi è giovane ma fin qui ha fatto bene e Yepes ha esperienza da vendere. Il reparto è a posto”.

A San Pietroburgo si è visto un primo abbozzo di difesa a tre. Che cosa ne pensa?
“Alla difesa a tre lego ottimi ricordi perché ci ho vinto uno scudetto con Zaccheroni (1998-99, ndr), ma in realtà non ho particolari preferenze sul modulo. Se fino a questo momento la difesa non è stata impeccabile è perché tutta la squadra è mancata nel lavoro di gruppo. Non si può dare la colpa a un solo reparto, è troppo comodo”.

Sono gli effetti dell’anno zero. In questi casi qual è la difficoltà maggiore da affrontare?
“L’inserimento dei nuovi, che devono calarsi il più in fretta possibile nella mentalità vincente di questo club. Al Milan si deve solo vincere e se qualcuno non è ben concentrato sull’obiettivo alla fine si smarrisce”.

In una scala da zero a dieci, come sta andando la messa a punto del nuovo Milan?
“Dopo le ultime prestazioni direi che siamo a sei. Al giro di boa. Ci riprenderemo, vedrete, dobbiamo arrivare assolutamente nei primi posti. In Europa invece navighiamo a vista. Il primo obiettivo è passare il girone”.

Stride un po’ rispetto agli anni passati, quando Europa era la parola d’ordine. Non le sa un po’ di smobilitazione, anche da parte della proprietà?
“Se fosse così, Berlusconi non avrebbe inserito sua figlia Barbara. E’ un segno molto importante, non credo proprio sia un presidente disamorato. Francamente faccio molta fatica a pensare a un Milan senza Berlusconi, Galliani e Braida. Insieme in questi anni hanno vinto tutto”.

Gli ultimi trofei sono arrivati con Allegri in panchina. Com’è il rapporto con l’allenatore?
“Io con lui non ho mai avuto problemi. Ma posso assicurare che da quando è arrivato la squadra è sempre stata col mister“.

Proprio tutti tutti?
“Allenare il Milan non è facile, ma Allegri ha una buona gestione del gruppo. E poi ha un’età che gli permette di trovarsi in sintonia coi giocatori. Direi che il suo rapporto con noi si avvicina molto a quello che avevamo con Ancelotti: in campo comanda lui, fuori si dialoga e si scherza”.

Il paragone con Ancelotti è molto importante…
“Mi spiace che Allegri sia finito sulla graticola per tante settimane. Però posso assicurare che sulla squadra non ci sono state ripercussioni perché noi siamo sempre stati con lui. Anzi, nei momenti più difficili gli siamo stati ancora più vicini”.

Che futuro può avere Allegri al Milan?
“A mio parere può fare un ciclo medio-lungo, proprio come Ancelotti. Un grande club deve progettare, non può cambiare allenatore spesso. Lui conosce bene l’ambiente, ha dimostrato di poterci stare. Gli auguro di rimanere almeno fino alla scadenza contrattuale (2014, ndr) e a quell’epoca spero di esserci anch’io…”.

Già, perché lei invece scadrà il prossimo giugno.
“Spero di andare avanti al Milan. Prima da giocatore e poi da preparatore dei portieri nel settore giovanile”.

A proposito di scadenze: Galliani e Allegri hanno detto che quest’anno col Milan occorrerà avere un po’ di pazienza.
“E’ stato giusto darci tempo, ma ora il tempo è passato. Bisogna iniziare a fare i risultati. A San Pietroburgo abbiamo avuto un po’ di fortuna sui gol, ma la fortuna uno se la mette in casa con il proprio atteggiamento, così come la sfiga. Non credo alla mala sorte”.

Si può davvero dire che in Russia il Milan ha svoltato?
“Lo abbiamo fatto tre partite fa, col Cagliari“.

Eliminato anche il problema-San Siro?
“Ora come ora ci sono solo problemi di terreno. I rimbalzi sono irregolari e c’è la sabbiolina: per me ogni tuffo è una bruciatura. Per il resto è uno stadio severo, capace di esaltarti così come trascinarti giù. Ma è il più bello del mondo. Contro l’Inter lo voglio vedere pieno di gente e di passione”.