CHAMPIONS LEAGUE. MILAN, non russare. ZENIT nel caos, ma può far male. ALLEGRI ordina: rifornite PAZZINI

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Nervi a fior di pelle nella squadra di San Pietroburgo, che però schiera Hulk e Shirokov. I rossoneri chiedono ai tre dietro la punta di incidere sulla partita…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (L. Garlando) – La ‘partita dell’anno’, come l’ha definita Spalletti, mette di fronte due squadre che si assomigliano, nei guai e nelle intenzioni. Due squadre e due tecnici sull’orlo di una crisi di nervi che chiedono a una serata di Champions la vittoria della svolta e dell’entusiasmo ritrovato. Chi cade dalla torre rischia di farsi molto male e incrinare già il sogno europeo. Dalla parte del Milan l’esperienza e il carisma di una società che negli ultimi 23 anni ha sollevato 5 volte il trofeo; da quella del ricco Zenit la frenesia di gloria di una nuova protagonista. La banda Spalletti non avrà grande tradizione internazionale, però non perde una partita casalinga in competizioni Uefa dal 30 ottobre 2008. Allegri sembra convinto a portare il 4-2-3-1 in casa di chi lo ha brevettato: Spalletti che a Roma elevò lo schema a livelli da museo. De Sciglio dovrebbe restituire la fascia ad Antonini. Davanti alla difesa, annunciati De Jong e Montolivo, più che Ambrosini, reduce da una noia muscolare. Una chiave del match sarà l’efficacia e la rapidità con cui il Milan riuscirà a rifornire il tridente creativo alle spalle di Pazzini. Le tre punte di Spalletti non sono nate per pressare: Bystrov è corridore di fascia; Kerzhakov, reduce dall’epurazione, e il nuovo Hulk, arrivato sovrappeso, non sono nelle condizioni atletiche per spendere troppe energie senza palla. Ma il brasiliano Hulk ha tiro e fondamentali offensivi poderosi. E occhio alla qualità che potrebbe inserire a partita in corso il giovane belga Witsel. Se non dall’inizio: può essere la sorpresa di Spalletti. Se il Milan riuscirà a conquistare il centro del ring e giocare nella metà campo dello Zenit, potrà trovare fortuna perché la difesa è il lato debole dei russi, soprattutto a destra, dove l’ex capitano Anyukov perde colpi. Da questa banda il giovane e scatenato El Shaarawy potrebbe fare disastri. Come potrebbe farne al centro Boateng.