CALCIOSCOMMESSE. CONTE, altro interrogatorio. Oltre 3 ore dai magistrati

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Il tecnico è stato ascoltato giovedì come persona informata dei fatti per 2 gare del Bari. Ha spiegato di non sapere di combine, sarà risentito…

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RASSEGNA STAMPA – (F. Ceniti – M. Galdi) – Oltre 3 ore di domande serrate, un’ora per rileggere e firmare il verbale: Conte ha trascorso buona parte dello scorso giovedì nella caserma dei carabinieri di Monopoli. A sentirlo, come ‘persona informata dei fatti’, c’era il capo della Procura di Bari (Laudati), il pm Angelillis e il maggiore dei carabinieri Barbera. Il faccia a faccia doveva restare segreto per tante ragioni. Ma il silenzio è stato spezzato ieri quando una fuga di notizie ha rivelato l’incontro, mandando su tutte le furie la Procura. Il tecnico potrebbe a breve essere riascoltato, ancora come persona informata dei fatti, dopo che gli inquirenti gli hanno lasciato del tempo per consentirgli di ‘fare il punto’ su alcuni aspetti dell’inchiesta. Conte è stato interrogato su alcuni episodi che si sarebbero verificati nel periodo in cui allenava il Bari. Le partite oggetto dell’indagine, al centro di presunte combine, riguardano i campionati di Serie B 2007-2008 (Bari-Treviso 0-1) e 2008-2009 (Salernitana-Bari 3-2). Si tratta di un filone ‘sportivo’ nato dalle ammissioni fatte dall’ex capitano del Bari Andrea Masiello e confermate da Micolucci sia con una fax alla Procura federale (acquisito anche agli atti dalla Procura di Bari), sia con l’interrogatorio reso ai pm Angelillis e Dentamaro dallo stesso Micolucci (anche lui è persona informata sui fatti). Quello ‘sportivo’ è un filone parallelo dell’inchiesta principale della Procura di Bari nella quale sono entrati ristoratori, calciatori e loro amici e che si basa soprattutto sull’ipotesi che clan della malavita organizzata barese abbiano potuto approfittare delle partite del Bari per riciclare denaro proveniente da attività illecite attraverso le scommesse. Per quanto riguarda questo filone parallelo, la Procura di Bari ha già sentito in agosto molti dei calciatori coinvolti, tutti indagati. In parecchi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in attesa di conoscere nel dettaglio le contestazioni. Alcuni, però, hanno avuto un atteggiamento collaborativo, fornendo ai magistrati le conferme che in occasione di Salernitana-Bari e Bari-Treviso c’erano state delle combine. Si sarebbe anche parlato di scambio di denaro e soprattutto di ‘divisioni’ fatte all’interno dello spogliatoio. Fonti investigative parlano di modalità ‘raffinata’ usata per saldare la combine con la Salernitana. Modalità che presuppone familiarità con usanze tipiche della criminalità. E proprio sui soldi che sarebbero stati versati per le due sfide i magistrati hanno insistito con Conte. Gli inquirenti volevano in particolare sapere se il tecnico si fosse accorto dell’accordo intercorso tra i calciatori e se avesse in qualche modo avuto sentore della divisione del denaro. All’epoca dei fatti giocava nel Bari anche Stellini (in seguito collaboratore di Conte al Siena) che secondo voci non confermate avrebbe fatto parziali ammissioni sulle due partite sotto inchiesta. L’attuale allenatore della Juve ha spiegato la sua posizione, ribadendo la divisone dei ruoli: “Se avessi avuto anche il minimo sospetto di combine avrei appeso al muro il responsabile e poi lo avrei denunciato. Per questo se è accaduto qualcosa hanno fatto in modo che io non sapessi nulla”. Ai magistrati per ora è bastato, ma hanno chiesto a Conte di ripensare con calma ad altri particolari. Anche sulle persone che gravavano intorno allo stadio. Le stesse che secondo gli investigatori tenevano sotto scacco il Bari: “Più che una scuola calcio era una scuola di calcioscommesse, è la frase choc utilizzata da un inquirente per fotografare la portata dell’inchiesta.