LAZIO. Col 4-5-1 ora PETKOVIC sembra ERIKSSON

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Qualità e quantità in mezzo: così la scelta del modulo…

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RASSEGNA STAMPA – (D. Stoppini) – Il restyling suona tremendamente bene: 4-5-1, formula vincente che 12 anni fa portò la Lazio dritta allo scudetto. Il paragone è lusinghiero, i risultati chissà: Petkovic come Eriksson. Processi diversi, ma una svolta comune, dettata oggi come allora da un ragionamento: qual è il reparto più forte della Lazio? Risposta: il centrocampo. Certo, quel settore del 1999-2000 era tra i migliori d’Europa e il paragone a livello individuale è difficilmente proponibile. Suonava così: ConceicaoAlmeydaVeronSimeoneNedved, con Stankovic prima riserva e un Mancini che sul finire della carriera aveva ormai arretrato il suo raggio d’azione. Eriksson non arrivò subito al 4-5-1: lo fece però nel momento cruciale del campionato, primavera del 2000, blitz a Torino e volata scudetto poi trionfale. Petkovic, primo tecnico straniero dopo lo svedese sulla panchina della Lazio, l’ha capito prima. Ma — altro punto in comune con lo svedese — anche la svolta del croato è stata suggerita da un confronto con la squadra, dopo un precampionato da brividi: meglio rinunciare a un attaccante e puntare sui movimenti tourbillon dei centrocampisti, che a turno vanno ad affiancare Klose in avanti. È forse questo il punto di rottura con la Lazio di 12 anni fa: quella squadra aveva posizioni in campo più definite, in questa si vedono spesso Candreva e Mauri scambiarsi fascia ed Hernanes avere libertà d’azione. In comune con Eriksson, Petkovic ha però l’abbondanza di scelte: sta per arrivare il momento di Ederson. Domenica con il Chievo si ripartirà dal 4-5-1, modulo grazie al quale Petkovic è riuscito a dare copertura alla difesa (zero gol subiti) senza perdere incisività in attacco (grazie a Klose). È la quadratura del cerchio.