CALCIOSCOMMESSE. ABETE risponde a CONTE: “Non si usi giustizia a proprio uso e consumo”

Il presidente della Figc aggiunge: “Massima fiducia nella giustizia sportiva. Alimentate tensioni che non accettiamo”…

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“Le parole pronunciate ieri dal presidente Petrucci sono altamente condivisibili. Tutto si puo’ migliorare, ma bisogna conoscere i fondamentali delle regole. Se non si conosce quello di cui si parla, si corre il rischio di dire cose che non stanno ne’ in cielo, ne’ in terra”. Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, nel corso della consueta conferenza stampa di inizio stagione, è tornato sulle nuove polemiche legate al calcioscommesse e alle dichiarazioni di Conte. “Il 28 novembre 2011, quindi non tanto tempo fa, è stata insediata una commissione del Coni che ha assunto una serie di decisioni per la ristrutturazione della giustizia sportiva – ha aggiunto- Quando si è protagonisti in negativo o coinvolti in situazioni di giustizia, ognuno riscopre la giustizia a suo uso e consumo. Il quadro normativo è invece certo, aggiornato, e quindi non va messo in discussione. Non esiste una giustizia del calcio ma una giustizia dello sport italiano. La fiducia della Figc su tale giustizia e i giudici che prendono le decisioni, è massima, il codice di giustizia sportiva sancisce che i giudici operano in indipendenza, autonomia, terzieta’ e riservatezza e vanno rispettati”.

“Non c’e’ stato nessun accanimento nei confronti di Antonio Conte che è stato giudicato da un organo di giustizia sportiva e che deve mostrare rispetto”, spiega il presidente della Figc, “E’ comprensibile che ci sia una sofferenza in relazione a una situazione comunque traumatica, ma questa non deve prevalere sul rispetto degli organi di giustizia sportiva che sono chiamati a un compito improbo che è quello di dare dei giudizi e che hanno qualita’ professionale idonea per farlo. La critica è piu’ che legittima purche’ avvenga nel rispetto della funzione della giustizia sportiva e senza pensare che ci possa essere un accanimento che non ha motivo di esserci per nessun tesserato”.
“Forse dovremmo aspettare ancora che venga emessa la sentenza di rito abbreviato di secondo grado del processo di Napoli? Se la giustizia sportiva dovesse rimanere a valle, dal 2006 a oggi saremmo ancora fermi nella situazione in cui eravamo, sarebbe stata una situazione kafkiana – ha continuato Abete – La giustizia sportiva svolge un ruolo diverso e ogni modifica deve essere approvata dal Coni. Tutti possono criticare le decisioni purche’ riconoscano le funzioni della giustizia in quanto tale e la sua autonomia nei confronti dei soggetti politici. Chi accomuna queste due dimensioni, non capisce la separazione fra poteri che è garanzia di democrazia, non ci puo’ essere confusione di ruoli, non ci appartiene. Assistiamo a tentativi di alimentare tensioni che non accettiamo”.